Latifi venduto a Red Bull per far vincere Verstappen. Il dubbio è costato delle minacce di morte al canadese e ora Russell lo difende.
Come gli incidenti di percorso stravolgono l’ordine naturale delle cose, allo stesso modo il botto contro le barriere a cinque giri dalla fine del GP di Abu Dhabi 2021 ha cambiato il destino del mondiale di F1. Se infatti fino a quel momento sembrava scontata la vittoria di Hamilton, dall’ingresso della Safety Car è parso chiaro che la coppa più prestigiosa sarebbe andata a Verstappen.
Un colpo di scena clamoroso. Una conclusione che manco uno sceneggiatore di alto livello avrebbe potuto scriverla. Eppure è successo. A Yas Marina abbiamo assistito all’imponderabile e per questo in molti hanno storto il naso.
Latifi si sarà buttato volontariamente contro il muro? E’ stato il quesito più gettonato. Giusto per sgombrare il campo da dietrologie, è giusto ricordare come la Williams sia dotata di diversi componenti della Mercedes, tra cui il motore. Di conseguenza suona improbabile che un suo pilota sfavorisca il proprio fornitore principale.
In ogni caso, ognuno è libero di avere dei pensieri (bellicosi) personali, tanti dei quali sono stati immediatamente riversati sugli account sociali di Nicholas. Come sappiamo il canadese, spaventato da accuse e addirittura minacce di morte, ha deciso di disconnettersi per diversi giorni così da far passare la rabbia viva dei sostenitori di Lewis. Quindi si è riaffacciato lo scorso martedì pubblicando un post sfogo in cui denunciava la situazione.
Pronto alla replica e al sostegno verso l’ex compagno di squadra George Russell ha scritto sulle sue pagine. “Immenso rispetto per te, per aver parlato. Non c’è posto per questo tipo di odio nel nostro mondo”, si legge.
Va detto, per correttezza, che il britannico era stato tra i primi a gridare allo scandalo dopo il round arabo, accusando la FIA di aver gestito in maniera sporca i frangenti successivi al crash, negando così la chance ad Ham di giocarsi il titolo in volata.
Chiara Rainis
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