A otto anni dal terribile incidente sulle nevi della Savoia, regna ancora il mistero sulle condizioni di Michael Schumacher.
Era la mattina del 29 dicembre 2013 quando, durante una discesa con gli sci in un fuori pista sulle nevi di Méribel in Savoia (Francia), Michael Schumacher cadde e batté violentemente la testa contro una roccia. Un incidente banale quanto terribile, contro le cui conseguenze il campione tedesco sta combattendo ancora oggi nell’assoluta riservatezza.
In Formula 1 ora c’è il figlio Mick, che come il padre insegue il sogno di vincere il campionato del mondo. Dietro di lui c’è quella Ferrari che proprio papà Michael è riuscito a riportare sul tetto del mondo dopo anni difficili e che spera con il figlio di ripetere in futuro almeno la metà di quanto conquistato dal Kaiser.
Mick che è l’unico testimone della famiglia ad aver visto quanto accaduto quel giorno sulle nevi di Meribel al campione tedesco. E sul quale ha sempre tenuto lo stretto riserbo. Lui, così come la famiglia in toto, a partire dalla moglie Corinna. “L’unico che veramente si è sbottonato solo in parte sulle condizioni di Michael Schumacher è stato il suo grande amico Jean Todt, che anche ultimamente ha ribadito: “Grazie ai medici e a Corinna, che volevano che sopravvivesse, è sopravvissuto ma con conseguenze”.
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Per il resto però rimane il totale silenzio sulle condizioni di Schumi. Anche perché, come ha ribadito più volte la sua manager Sabine Kehm, “Ogni parola aprirebbe solo la porta a nuove speculazioni”.
A chiedersi come starà realmente Michael Schumacher, nel giorno dell’anniversario del suo incidente, è anche il quotidiano svizzero Blick. E secondo cui solo una cosa è certa su Schumacher, che il 3 gennaio prossimo compirà 53 anni: “La speranza è andata da tempo, probabilmente non scopriremo mai la verità su quanto accaduto. Dopo 2922 giorni, la speranza è purtroppo diventata una parola vuota. Il più grande pilota automobilistico della storia (per molti lo è ancora) è ora prigioniero nel suo corpo“.
L’unica realtà per ora, dice il quotidiano, è questa: “E’ protetto da molti aiutanti sul Lago di Ginevra. E dagli agenti di sicurezza che sono preparati per attacchi di droni dall’aria. Tutti hanno dovuto firmare che non avrebbero detto una parola al pubblico”. E chiude amaramente dicendo: “Così non sapremo più della vera salute di Michael Schumacher, neanche il 29 dicembre 2022. Per quanto triste sia questo per milioni di suoi fan”. Ma forse è meglio così. Perché una famiglia vissuta sotto i riflettori per tanto tempo ha anche bisogno di vivere senza clamori una vicenda così dolorosa. E tutti noi forse abbiamo bisogno di ricordare Michael Schumacher in forma come sempre, con quel sorriso contagioso che abbiamo visto tante volte su un podio di F1.
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