La psiche ha contato più delle capacità di guida. Ecco il motivo per cui secondo Coulthard Hamilton non è riuscito a confermarsi.
Nico Rosberg lo aveva ripetuto in diverse occasioni. Per battere Hamilton è necessario colpirlo nel cosiddetto “sweet spot”, ovvero in quel punto dove si intravede la debolezza. Quando l’inglese viene messo sotto pressione sbaglia, perde lucidità e anche se ha tra le mani un mezzo più che competitivo non riesce a spremerlo a dovere.
Malgrado l’esito del mondiale 2021 sia stato parecchio influenzato dalle decisioni federali, il tedesco ha avuto ragione. Unico a mettersi alle spalle il #44 nel 2016 dall’inizio dell’era ibrida, ha consigliato bene Verstappen che, se mai ne avesse avuto bisogno, ha sauto far tesoro di quelle parole.
Chiamato a dire la sua sul crollo di Lewis a cui poi ha fatto seguito un silenzio stampa (o meglio social) altrettanto roboante, David Coulthard ha innanzittutto riconosciuto i meriti di Max. “Ha una personalità decisamente forte ed è un pilota incredibile”, il suo commento a Channel 4. “E’ intelligente e allo stesso tempo controverso. Come lui forse solo Ayrton Senna o Michael Schumacher“.
Dietro al successo del figlio d’arte si nascondono dunque bravura e malizia. Un mix esplosivo che se utilizzato a dovere produce esiti stupefacienti.
“Data la forza della Mercedes e dell’avversari, l’olandese ha capito di dover approfittare di ogni chance e pertugio e alla fine gli è entrato nella testa”, ha provato ad interpretare quanto avvenuto tra Jeddah e Abu Dhabi.
Per lo scozzese molto del successo del 24enne è da ascrivere al suo percorso sprint per arrivare in F1. Una strada breve che lo ha portato a crescere e maturare più rapidamente degli altri. “Ha saltato quasi ogni passo nelle categorie minori, ma dal suo approdo nel Circus ha dovuto sempre lottare. Non conosce paura quando è in azione e non appena trova uno spazio aperto, ci si infila senza esitazione”, ha concluso la sua analisi.
Chiara Rainis
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