Il manager KTM Ajo sembra aver individuato già il nuovo Marc Marquez. Il giovane rider ha disputato un campionato incredibile nel 2021.
Dall’alto delle sue 105 vittorie nelle categorie minori del motomondiale (17 in 125 cc, 43 in Moto3 e 45 in Moto2) il responsabile della KTM nel motomondiale Aki Ajo può dire di avere una certa esperienza in materia di piloti. Dalla sua squadra sono passati rider di talento capaci di lasciare il segno. Uno di questi porta il nome di Marc Marquez.
Il suo curriculum parla da sé, ma più di ogni cosa l’iberico ha fatto la storia dando prova di possedere le stimmate del campione sin dal debutto nella classe più piccola. Un fiore pronto a sbocciare che ora potrebbe avere un degno successore. Il connazionale Pedro Acosta, fresco vincitore del titolo Moto3.
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Marquez e Acosta sono davvero simili?
Sul possibile passaggio di testimone si è espresso proprio il dirigente del team che schierò il #93 tra il 2008 e il 2009 e che ora, invece, sta svezzando il #37.
“Di solito preferisco mantenere basse le aspettative, tuttavia, il centauro di Mazarron con il successo nella Rookie Cup del 2020 e quello del 2021 in Moto3 mi ha impressionato“, la sua ammissione al sito SpeedWeek.
Ciò malgrado, per la stessa ragione per cui non si vogliono far comparazioni tra driver di epoche diverse nell’automobilismo, il finlandese si è astenuto dal fare scomodi paragoni. Le comparazioni portano pressione e il giovane talento del 2004 potrebbe essere bruciato proprio da un’asticella alzata troppo in alto.
“Devo comunque riconoscere che è speciale. Possiede una grande personalità, inoltre ha un atteggiamento rilassato che mi fa tornare alla mente i corridori degli anni ’80 o ancora prima“, ha quindi riflettuto.
A differenza dei colleghi coetanei Pedro non vive immerso nelle piattaforme sociali alla ricerca di consenso. Un dettaglio in apparenza poco significativo, ma che per il boss sembra conta molto. “Spesso le nuove generazioni sono focalizzate su cose diverse rispetto al lavoro, come l’abbigliamento o il web. Lui, al contrario, è vecchio stile. Non ha bisogno di certe cose per prendere sicurezza“, ha analizzato spostandosi poi sulla guida.
L’iberico avrebbe una capacità di frenata e di impostazione rapida delle curva fuori dal comune. “E’ fortissimo in queste aree, inoltre pare proprio sentire la moto, anche sotto il profilo del grip“, ha spiegato.
Tornando al tema principale del suo intervento, ovvero la ricerca di punti in comune con El Cabroncito, il capo KTM ha ribadito la difficoltà a ricercarne. “Rispetto all’epoca di Marc, oggi tutti arrivano al motomondiale più preparati“, la sua chiosa.