La F1 vuole esagerare. Il patron Domenicali non esclude l’ulteriore ampliamento del calendario una volta archiviata la pandemia.
E’ evidente che gli appelli non siano serviti a nulla. Almeno fino ad ora. Malgrado le richieste avanzate a più riprese dai protagonisti del paddock di limitare il numero di prove per salvaguardare la salute fisica e mentale dei lavoratori, la F1 e Liberty Media andranno avanti con il loro progetto di trasformare la classe regina in una IndyCar in salsa europea.
Se già i 22 appuntamenti del 2021 sono sembrati molti e le diverse triple trasferte hanno messo a dura prova i membri delle scuderie iscritti, il piano dei vertici del Circus continua ad essere quello dell’aumento delle gare.
Ingordigia mascherata da volontà di raggiungere un pubblico più vasto? E’ probabile che sia così. I soldi comandano sempre. E pazienza se alcuni nomi gloriosi dell’automobilismo, su tutti Vettel e lo stesso ex Supremo della massima categoria a ruote scoperte Ecclestone chiedevano addirittura l’asciugamento del calendario a 16 round, il must di oggi è “di più”.
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Ma davvero i tifosi desiderano tante più gare da seguire? E veramente essere sempre in onda è positivo? Al contrario, non si rischia che ciò che era normalmente un piacere, uno svago, si trasformi in noia?
Per l’esperto CEO, a quanto pare, non vi è pericolo di sbadiglio. Questa convinzione arriverebbe dell’ottima risposta del pubblico alla serie Netflix dedicata proprio alla vita del Grande Circo, ma anche dalle cifre ottenute dagli ascolti tv delle corse, così come dai biglietti staccati non appena ve n’è stata la possibilità nei circuiti di tutto il mondo.
In ogni caso non stiamo scoprendo l’acqua calda. Che l’intenzione fosse quella del rialzo è noto da tempo. Il desiderio è di aumentare le tappe in America, dopo il fresco inserimento di Miami si parla di Las Vegas, ma anche nel sud del Nuovo Continente e soprattutto di tornare in Africa.
F1 sempre più araba. Domenicali: “È la direzione giusta”
“La F1 è in pieno sviluppo”, ha sostenuto il manager imolese. “E’ arrivato un nuovo tipo di audience e ciò ha avuto un riflesso su tutti i livelli”.
“Partendo da questi dati constatiamo il forte interesse verso l’organizzazione di gran premi inediti. Potremmo arrivare addirittura a 30 all’anno. Stando al modello attuale sono troppi, tuttavia lo si può sempre modificare“, ha concluso non escludendo dunque un rimescolamento delle carte per ingolfare il calendario e occupare tutti gli spazi vuoti.
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