Il brand Audi è sicuramente tra i più noti al mondo. Simbolo di vetture eleganti e di prestigio, non certo adatte a tutte le tasche, può vantare anche un ottimo curriculum nel motorsport, in particolare in manifestazioni di durata come la 24 Ore di Le Mans, vinta diverse volte. In pochi però conoscono la storia alle sue spalle. A partire dal simbolo che la contraddistingue, ovvero i quattro cerchi.
Tra tutti i produttori di macchine, quello di Ingolstadt è uno dei più iconici. Infatti, senza bisogno di vederne il nome, chiunque riconosce i suoi veicoli. Fondata in Sassonia, nella cittadina di Zwickau, nel 1909, ha fatto passi da gigante, sviluppandosi e uscendo dai confini di tedeschi.
Come detto il suo percorso sportivo è stato sempre di buon livello, sebbene negli ultimi tempi, anche a causa del forte impegno nel passaggio dall’alimentazione a diesel e benzina a quella ibrida ed elettrica, abbia preferito investire sul prodotto. Una tendenza, questa destinata ad invertirsi dato che nel 2023 ha in piano di tornare a gareggiare nell’endurance, mentre nel 2026 potrebbe debuttare addirittura in F1.
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Ma torniamo alla curiosità su logo. Se il Cavallino Rampante era stato un dono da parte della madre dell’aviatore Francesco Baracca, la contessa Paolina, ad Enzo Ferrari negli anni ’20, la nascita del simbolo del costruttore germanico è decisamente meno romantico.
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Creato successivamente all’uscita del primo esemplare, la Typ A, nel 1910, a quell’epoca non si riteneva importante o comunque non si usava adottare parti di metallo suppletive per arricchire l’automobile. Dunque, per vedere il poker di tondi intrecciati in fila bisognerà attendere il 1932 con l’apertura del Consorzio Auto-Union, composto da DKW, Horch, Wanderer e proprio Audi. Da qui l’unione dei quattro cerchi.
Stando a quanto ci riportano le cronache, il primo modello che lo sfoggiò fu la Front Typ UW, a trazione anteriore, rilasciata nel 1934.
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