Vettel o Verstappen? In Red Bull hanno le idee chiare su chi sia il migliore

Il talent scout della Red Bull Marko si esprime sul valore dei due piloti da lui cresciuti e diventati campioni di F1: Vettel e Verstappen.

Vettel e Verstappen (GettyImages)
Vettel e Verstappen (GettyImages)

Sebastian Vettel ha rappresentato l’inizio dell’era Red Bull nel Circus. Quel marchio di bibite energetiche che, grazie a importanti investimenti è riuscito a piegare i grossi costruttori automobilistici. Il primo assaggio lo si era avuto nel 2008, quando in una Monza inzuppata, un biondino tedesco ancora acerbo, aveva fatto sognare tutti tagliando per primo il traguardo al volante della piccola Toro Rosso. L’apoteosi, per lui, sarebbe arrivata due stagioni dopo grazie al trasferimento alla sorella maggiore. Da lì fino al 2013 il binomio sarebbe stato invincibile. Poi però come tutte le belle favole, vi è sempre una fine. L’erede di Schumacher è partito per la Ferrari e al suo posto è arrivato Max Verstappen. Neppure maggiorenne, grazie ad un mix di talento e spintarelle da parte del padre Jos, l’olandese è entrato in F1 praticamente senza esperienza sulle monoposto.

Sfrontato, a tratti sregolato, ma piuttosto veloce, da allora ad oggi si è portato a casa 20 successi di gara e 13 pole position, oltre al titolo iridato 2021. Ma alla luce di questi dati, chi è più forte tra i due?

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Solo certezze per Helmut Marko

Chiamato da Servus Tv a rispondere a questa domanda da un milione di dollari, il cacciatore di talenti del team di Milton Keynes non ha avuto problemi ad eleggere il 24enne di Hasselt. La ragione? La sua capacità di dare subito il 100% non appena montato in macchina.

Se piove gli altri hanno bisogno di cinque/otto giri per cominciare a macinare, lui invece segna immediatamente il miglior crono“, ha affermato prendendo come ulteriore esempio la pista di Jeddah. “Era nuova per tutti, ma l’olandese alla prima tornata si è messo subito in testa“.

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Noto per le sue manovre non sempre corrette, il manager di Graz ha riconosciuto che con la maturità anche l’atteggiamento con gli avversari è cambiato. “Ora è molto meno aggressivo“, ha detto evidenziando come ora il #33 sia in grado di leggere in maniera più efficace la gara e gli eventi. “Prima voleva essere il più rapido in ogni circostanza. Adesso al contrario sa darsi una misura e spingere al massimo solo quando è necessario”.

Nel tempo anche il comportamento al garage e con i tecnici si è modificando, diventando più calmo e sereno. “Nei primi campionati in caso di problemi durante le prove libere rientrava ai box ed esplodeva. Questa impazienza la portava anche alla guida, magari alterandosi se chi lo precedeva non si spostava. Oggi è più tranquillo. Ha raggiunto un livello altissimo ed è costante. E’ davvero straordinario“, ha concluso il 78enne.

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