Valentino Rossi ha chiaro cosa manchi alla Yamaha M1 per essere una moto completa. Non c’è solo il motore su cui dover intervenire.
Gli ultimi anni di Valentino Rossi in Yamaha sono stati parecchio complicati, non ci sono dubbi. I risultati parlano in modo chiaro e il ritiro dalla MotoGP è stata una decisione saggia.
Fino al 2018-2019 è stato abbastanza competitivo, poi c’è stato un crollo delle performance. C’è chi pensa che doveva ritirarsi prima, ma il Dottore ha voluto spremersi fino all’ultima goccia per non avere alcun tipo di rimpianto. Scelta rispettabile. Sicuramente dopo averlo visto tanti anni a giocarsi le posizioni che contano, è stato strano vederlo quasi come una comparsa in MotoGP. Soprattutto il 2021 è stato un calvario.
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MotoGP, Valentino Rossi indica un difetto della Yamaha M1
Rossi, come gli altri piloti Yamaha, ha sempre messo in evidenza che la M1 aveva un grosso problema di motore. La moto di Iwata in questi anni ha sempre perso molto in rettilineo rispetto alla concorrenza. La sua forza sta nelle parti guidate, però sul dritto in certi circuiti c’è da piangere per quanta velocità manchi.
E Valentino ha indicato in più occasioni anche un altro problema della M1: l’elettronica. Il passaggio alla ECU unica della Magneti Marelli ha comportato delle difficoltà al team di Iwata. Il nove volte campione del mondo si è così espresso sul tema: «Per la Yamaha è stato un grande problema – riporta Motorsport-Total.com – e credo sia stata la più colpita. Con l’elettronica Yamaha la moto aveva un ottimo equilibrio e funzionava molto bene. Il passaggio alla Magneti Marelli è stato un grosso passo indietro e la moto non era più così semplice da guidare».
La centralina sviluppata in Giappone consentiva di sfruttare meglio il potenziale della M1, poi con Magneti Marelli le cose sono diventate più complesse: «Il controllo di trazione e la gestione del motore non erano più ben equilibrati. Prima era tutto in armonia. Gli ingegneri hanno avuto grossi problemi a gestire correttamente la nuova elettronica. Penso che sia ancora un problema».
Il Dottore ritiene che tuttora il team non stia tirando fuori il massimo dal prototipo. Non è un caso che solo Fabio Quartararo nel 2021 sia riuscito a essere sempre veloce e il fatto che abbia vinto il titolo mondiale MotoGP significa che c’è del potenziale. Probabilmente va cambiato anche lo stile di guida per essere forti come il francese, però progressi sull’elettronica sono fondamentali in casa Yamaha così come sul lato motore.
Quartararo ha già fatto presente di attendersi upgrade importanti, altrimenti il suo rinnovo di contratto potrebbe essere in serio pericolo. Il managing director Lin Jarvis e il team manager Maio Meregalli puntano a tenersi stretto il francese almeno per il prossimo biennio ancora. Vogliono aprire un ciclo vincente come capitato in passato con Rossi. Vedremo se riusciranno nei loro intenti.