La Ferrari conta sul nuovo regolamento che vedrà le monoposto sfruttare l’effetto suolo nel 2022. Figura chiave quella di Rory Byrne.
In casa Ferrari si guarda con grande ottimismo al prossimo futuro. La stagione 2022 è alle porte, ed il 20 marzo (tra due mesi e poco più), le ostilità si apriranno in Bahrain, che come lo scorso anno darà il via al campionato del mondo di F1. Il Cavallino deve tassativamente tornare alla vittoria, risultato che manca dal 22 settembre 2019, quando Sebastian Vettel guidò la doppietta rossa a Singapore davanti a Charles Leclerc.
Il decennio compreso tra 2010 e 2019 è stato il primo senza neanche un titolo mondiale portato a casa, e quello successivo è iniziato ancora peggio, senza nemmeno un successo di tappa. Pochi mesi fa, il monegasco è riuscito a riportare la rossa in pole position, piazzandone due consecutive a Monaco ed in Azerbaijan. Tuttavia, anche McLaren ed Alpine, seppur in condizioni favorevoli, sono riuscite a vincere, e nel 2020 era toccato a Racing Point (oggi Aston Martin) ed AlphaTauri.
Il motore Ferrari è quello che manca da più tempo all’appuntamento con il primo posto, e nulla avrebbe fatto presagire un crollo così verticale dopo le buone stagioni del biennio 2017-2018. Sin qui, la gestione di Mattia Binotto è stata un totale fallimento, e le cose potranno cambiare solo se la Scuderia modenese riuscirà a giocarsi il mondiale nel campionato che sta per prendere il via.
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La nuova Ferrari verrà presentata tra il 16 ed il 18 di febbraio, e la speranza, negli uffici della Gestione Sportiva, è che si riesca a mettere in pista la monoposto a Fiorano per uno shakedown prima di spedire tutto a Barcellona. Il tracciato catalano fornirà le prime risposte sul potenziale di una vettura che non ha ancora un nome, in attesa che si inizi a fare sul serio a Sakhir.
Su “La Gazzetta dello Sport“, sono state pubblicate alcune indiscrezioni relative al nuovo modello. Stando a quanto riportato sul quotidiano, alcune fonti di Maranello avrebbero riferito “La macchina del 2022 è la più aggressiva delle ultime prodotte“. Secondo le voci di corridoio, zona attorno a fondo e carrozzeria potrebbero fare una grande differenza, considerando che le ali, anteriori e posteriori, saranno quasi standard per via degli stringenti regolamenti.
L’area tecnica è stata rinforzata, portando alla Ferrari diversi ingegneri provenienti da Mercedes e Red Bull. Una figura chiave potrebbe essere quella di Rory Byrne, il genio che era la mente delle rosse iridate con Michael Schumacher dei primi anni Duemila. L’epopea del tecnico sudafricano è iniziata già negli anni Ottanta, quando era presente l’effetto suolo che tornerà protagonista nel 2022.
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Byrne occupa la figura del super-consulente, e potrebbe aver tracciato la via giusta al reparto diretto da David Sanchez. Il Cavallino seguirà una via simile a quella del 2017, quando presentò la rivoluzionaria quanto velocissima SF70-H. Quel modello era il top dal punto di vista telaistico, ma rispetto a Mercedes pagò l’inferiorità della power unit. Tra pochi mesi occorrerà essere i migliori in ogni area per pensare di combattere nelle primissime posizioni.
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