In un documentario della MotoGP, Valentino Rossi torna sui fatti del 2010 e sul GP di casa che gli costò il titolo, che non riuscì più a conquistare.
Ci sono date o episodi che cambiano la vita di tutti. Per un pilota poi è all’ordine del giorno vivere momenti del genere nella propria carriera. Quella di Valentino Rossi è costellata di momenti chiave. E uno è quello legato al GP del Mugello del 2010, quando un serio infortunio lo mise fuori dalla lotta iridata.
Era la gara di casa per il Dottore, che aveva inanellato negli anni precedenti una serie di vittorie impressionante. La lotta intestina con Jorge Lorenzo era già al culmine e quel sabato voleva dare un colpo importante all’avversario. Ma la mattina, nel giro di riscaldamento, la caduta. Inspiegabile. E l’esito fu durissimo: frattura della gamba. Insomma addio Mondiale.
“Sapevo che quella stagione ci sarebbe stata una grande battaglia con Jorge, Pedrosa, Stoner”, ha raccontato lo stesso Valentino Rossi nel documentario della MotoGP ‘Tales of Valentino’. Una stagione che già non era cominciata al meglio: “Dopo il Qatar ho avuto un brutto infortunio mentre facevo motocross. Mi sono fatto molto male alla spalla destra. Ho sofferto molto. Da quel momento è stato tutto più difficile perché ho sofferto molto quando guidavo una moto”. Nonostante questo però era lì a lottare per il titolo. Almeno fino al Mugello. Dove tutto di nuovo si mise contro di lui.
“Sapevamo che questo GP sarebbe stato la chiave della stagione tra lui e Lorenzo”, ha invece affermato Matteo Flamigni, tecnico dei dati di Valentino dal 2004 fino al ritiro. Mentre il gran campo del team Yamaha, Lin Jarvis, ha raccontato: “Ricordo quando ho visto l’incidente, e poi ho visto la sua gamba non nella posizione giusta. Soffriva molto. È stato qualcosa di drammatico e terribile da vedere”. Fu la fine della prima parte di carriera di Rossi, che fino a quel momento aveva inanellato 230 gare consecutive sulla griglia di partenza della MotoGP.
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Come sempre, anche in quel momento così delicato, il campione di Tavullia si circondò dei migliori amici per venirne fuori. Non si sapeva quante gare sarebbe rimasto fuori, ma Valentino Rossi fece capire subito che voleva rientrare a tempo di record. Per tentare ancora l’impossibile.
“Voleva davvero vincere il campionato – ha invece raccontato Davide Brivio, team manager all’epoca -. Non sapevamo quanto tempo ci avrebbe messo, se dovesse saltare due, tre, quattro gare”. Perse il Mugello, Assen e il campionato era già piuttosto andato. Ma Valentino non mollò, anche grazie al lavoro del suo preparatore atletico che, come ha ricordato “Uccio”, “fece un lavoro fantastico, sia sulla gamba che sulla testa nel senso di non mollare”. E così fu.
Valentino Rossi tornò per il GP del Sachsenring, ancora con le stampelle, un mese e mezzo dopo, 41 giorni, ma carico a mille. E per poco non riuscì nel miracolo di andare subito a podio. Gli sfuggì solo all’ultima curva. Mentre il Mondiale, nonostante il suo ritorno, prese la strada di Lorenzo. la strada però per il Dottore era tracciata. Fu l’ultima stagione in Yamaha prima della sfortunata avventura in Ducati. Ma questa è un’altra storia.
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