Perché dopo Abu Dhabi Hamilton si è dato alla macchia? Per Villeneuve la risposta potrebbe trovarsi nell’atteggiamento eccessivo di Wolff.
Dal 13 dicembre di lui non si sa più nulla. E’ scomparso dai social, ha saltato la premiazione della FIA a Parigi e neppure ha rilasciato interviste. Che fine abbia fatto Lewis Hamilton se lo stanno chiedendo in molti e soprattutto sono in tanti a domandarsi se fra circa un mese anche lui sarà della partita nei primi test invernali del Montmelo.
Gli interrogativi sulla sua persona e il suo atteggiamento dopo Yas Marina erano e restano tanti. Come mai non ha saputo accettare la sconfitta? Colpa forse della Federazione che avendo giocato alla burattinaia lo ha tradito? Oppure ancora, avendo mancato il target dell’ottavo titolo iridato, ha maturato il pensiero del ritiro? La risposta potrà darcela soltanto lui. Per intanto il paddock lancia ipotesi. L’ultima è quella di Jacques Villeneuve.
Chiamato a dare una propria versione sul caso più caldo del momento, il figlio del grande Gilles ha sostenuto che, al contrario di quanto si possa credere, il vero problema di Ham sarebbe il boss Mercedes Wolff. I suoi sfoghi in diretta radio tra Jeddah ed Abu Dhabi, indirizzati alla direzione gara avrebbero messo in imbarazzo il pilota che, come sappiamo, ha in mente una carriera nel mondo dello spettacolo.
“A mio avviso il suo silenzio è anche un modo per prendere le distanze dal suo capo“, ha teorizzato a La Gazzetta dello Sport. “C’è modo e modo di perdere e il dirigente della Stella sembrava che stesse giocando a Monopoli. Non appena accortosi che stava perdendo ha fatto saltare la tabella“.
“Con quelle reazioni Toto ha danneggiato la propria immagine e l’inglese a questi aspetti è molto sensibile, avendo in mente un avvenire a stelle e strisce. Magari persino ad Hollywood“, ha argomentato prefigurandosi un #44 in salsa cinematografica negli anni che verranno.
Hamilton, adesso il ritiro è vicino: le parole del boss preoccupano i tifosi
Per il 50enne, comunque, il 2022 del sette volte iridato sarà ancora targato F1. Questo per tentare il colpaccio mancato nel passato campionato. Un risultato però, tutt’altro che scontato.
“Molto dipenderà dalla macchina che saranno in grado di fornirgli”, ha evidenziato stressando l’importanza della competitività del mezzo. Inoltre, il fattore stanchezza potrebbe giocare un ruolo chiave. Dopo la partenza di Rosberg, unico prima di Verstappen a soffiargli il titolo nell’era ibrida, si era adagiato sugli allori e di certo non vuole più ritrovarsi in situazioni spinose come quelle vissute nella battaglia contro l’asso della Red Bull.
“Si era illuso di poter battere facilmente il record di mondiali Schumacher, ma così non è stato“, ha quindi aggiunto paragonando il britannico a qualcuno che ha in mano un diamante che poi gli viene sottratto all’improvviso. “Nell’ultimo round era ormai sicuro di avere la meglio. Com’è finita lo ha ferito certamente di più che se Max avesse dominato da inizio corsa“, ha poi concluso il suo ragionamento.
Per Jorge Martin lo scorso weekend rimarrà nella sua memoria come uno dei più belli…
Il boss della Mercedes, Toto Wolff, aveva sentito un pilota esperto prima di scegliere di…
Il circus della F1 si è spostata a Las Vegas per la terzultima tappa del…
Jorge Martin avrebbe meritato di transitare nel team factory della Casa di Borgo Panigale, ma…
Lewis Hamilton è ormai pronto per sbarcare in Ferrari, ma a partire dal 2025 dovrà…
Il mondiale di F1 sbarca a Las Vegas e scoppiano subito le polemiche. La Red…