Il 2022 deve essere l’anno della riscossa Ferrari ma anche di qualche suo ex pilota. Ma c’è un dato che deve preoccupare. Ed è inquietante.
Il 2022 è alle porte e la Ferrari sogna di tornare finalmente a vincere. Il primo passo sarà quello di lottare per la vittoria dei GP, poi servirà lo step ulteriore del Mondiale, che manca alla casa di Maranello dal 2007 con Kimi Raikkonen. A sognare di tornare sul tetto del mondo anche diversi suoi ex piloti, delle stelle che dalla Rossa sono stati deluso (e viceversa), vedi Fernando Alonso e Sebastian Vettel, due vecchietti terribili ancora in pista in cerca di gloria. C’è da dire però che c’è un dato che dovrebbe mettere paura. E riguarda proprio la Ferrari e chi ha guidato quell’auto.
Se andiamo a spulciare un po’ di statistiche in casa Ferrari, notiamo infatti che dall’epoca di Michael Schumacher chi ha lasciato la Rossa poi ha detto addio non solo ai sogni iridati ma anche a quello di vincere almeno un GP. Una “maledizione” cominciata proprio con il Kaiser, che dopo l’addio nel 2006 decise nel 2010 di rimettersi in gioco sposando la causa della Mercedes, scuderia per cui aveva corso negli anni prima di sbarcare in F1 e che lo aveva letteralmente cresciuto con le quattro ruote.
In realtà la “seconda vita” di Schumi, durata tre stagioni, è stata avara di soddisfazioni. Solo un terzo posto a Valencia nel 2021 nella pazza gara vinta da Alonso con la Rossa e niente più. Una parentesi che ha rischiato di scalfire l’alone di fenomeno del pilota tedesco. Per non parlare di Eddie Irvine che, complice l’infortunio di Schumacher, nel ’99 rischiò anche di portarsi a casa lui il titolo con la Ferrari. Dopo l’addio nel 2000 solo qualche lampo con la Jaguar.
Da Sainz a Vettel: il 2022 sarà l’anno del mercato piloti in F1
E che dire di Felipe Massa, cresciuto dalla Ferrari all’ombra di Schumi e vicino al titolo nel 2008, beffato a due curve dalla fine da Hamilton. Quattro annate alla Williams dove ha raccolto la miseria di cinque podi. Per non parlare poi di Alonso e Vettel. L’asturiano si è ritrovato nella McLaren forse peggiore della storia, cosa che lo ha portato nel 2018 a lasciare anche la F1.
Il ritorno lo scorso anno in Alpine per ora ha fruttato un podio e basta, ma spera di rifarsi già quest’anno, per rompere proprio la maledizione Ferrari. Il tedesco invece sperava nella Aston Martin ma anche lui ha dovuto accontentarsi del secondo posto a Baku.
Le eccezioni sono solo due e portano i nomi di Rubens Barrichello e Kimi Raikkonen. Il brasiliano, per anni spalla di Schumacher, ha dovuto ingoiare bocconi amari con la Rossa, con vittorie lasciate al capitano tedesco, uomo di punta della Rossa. Nel 2009, dopo tre anni con la Bar-Honda poco fruttuosi, il rischio dell’addio.
Ma l’avventura con la Brawn Gp gli ha regalato una stagione da protagonista e due vittorie, con il terzo posto in classifica generale. Il finlandese invece nel 2009 si prese tre anni sabbatici, prima della chiamata in Lotus, che tra il 2012 e il 2013 gli regalò due vittorie, che gli valsero poi nel 2014 l’ennesima chiamata in Ferrari.
Poi con Alfa Romeo però zero emozioni sul podio, prima dell’addio maturato a fine della scorsa stagione. Ce la faranno quindi i nostri eroi Vettel e Alonso a scacciare la maledizione di Maranello. Tra qualche mese lo scopriremo.
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