Prima polemica dell’anno in Formula E. Questa volta ad alzare la voce ci ha pensato Vergne che ha indirettamente ricordato Bianchi.
Se già di sovente in F1 l’intervento dei commissari di percorso in caso di crash lascia il tempo che trova, quanto avviene in Formula E desta ancora più perplessità. In passato abbiamo assistito a ingressi in pista avventati da parte degli steward, piuttosto che monoposto lasciate in mezzo al tracciato mentre, con la corsa in via di svolgimento, il gruppo passava a pochi centimetri. Tutte situazioni di scarsa sicurezza che hanno fatto pregare di non dover assistere al peggio.
E siccome la serie al 100% elettrica non è più una novità assoluta e gli atti di inesperienza non dovrebbero essere tollerati, non fa neppure specie che Jean-Eric Vergne, unico finora dal 2014 ad aver vinto due titoli iridati di categoria, si sia sentito in dovere di protestare apertamente verso una direzione gara che tiene poco conto della salvaguardia di chi è al volante.
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Vergne: la denuncia del pilota di Formula E
Nello specifico, il francese, ex Toro Rosso F1 e soprattutto ex driver di riserva della Ferrari, si è lamentato via piattaforme sociali per quanto è avvenuto nelle battute conclusive del secondo ePrix di Diriyah, nel contesto del primo weekend della campagna 2022.
Il casus belli si è verificato quando mancavano una decina scarsa di minuti al termine dell’evento. La Mahindra di Alexander Sims finisce contro le barriere e non può proseguire. Il race control decide che è il caso di far entrare la Safety Car per portare a compimento la manifestazione a velocità blanda e consentire la rimozione del veicolo.
E qui però c’è l’intoppo. Il carroattrezzi entra nel toboga del tracciato cittadino per rimuovere l’auto del britannico creando un frangente di evidente pericolo. Per la cronaca, a differenza del GP di Abu Dhabi del Circus, la gara si è conclusa senza ripartenza e con la vittoria della Venturi di Edoardo Mortara.
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Ma l’ansia tra i corridori è stata tanta. “Sono ancora scioccato per com’è stato gestito il finale della corsa”, lo sfogo di JEV su Twitter. “Una gru in circuito, la vettura di sicurezza che si blocca a pochi metri, tra l’altro in una curva cieca e tutte le altre monoposto ammassate, senza ricevere alcuna informazione. Si vede che la lezione non è stata imparata“, ha chiosato severo con un chiaro riferimento alla tragica uscita di pista della Marussia di Jules Bianchi nel gran premio di Suzuka del 2014 in F1. Il driver Nizza, come sappiamo, finì proprio sotto ad un mezzo di rimozione entrato in una via di fuga per portare via la Sauber di Adrian Sutil. Da lì nove mesi di coma fino alla morte sopraggiunta il 17 luglio 2015.