La Ferrari ha annunciato che la nuova monoposto si chiamerà F1-75. Nel nome torna un particolare che mancava da oltre vent’anni.
La nuova Ferrari si chiamerà F1-75 come è stato annunciato nella giornata di ieri. Mattia Binotto ed il suo reparto tecnico ne stanno concludendo l’assemblaggio in questi giorni, nelle officine del reparto tecnico di Maranello. Dentro a questa monoposto si cela una grande passione e tantissime ore di lavoro, che sono state spese per cercare di riportare in alto il rosso più amato dagli italiani e non solo.
Secondo la concorrenza, ci sono idee contrastanti sul ruolo che avrà la Scuderia modenese: Helmut Marko, super-consulente della Red Bull, ha dichiarato che il team italiano se la giocherà, al massimo, per la vittoria di qualche Gran Premio, ma che non avrà mai la costanza per imporsi nella stagione intera. Il direttore sportivo di Milton Keynes, Jonathan Wheatley, ha invece affermato l’esatto opposto, così come ha detto il boss della Mercedes Toto Wolff.
Obiettivamente, fare pronostici è abbastanza inutile. Le nuove F1 non avranno nulla in comune con quelle del 2021, se non la power unit, ma a livello telaistico non è rimasto un solo bullone che sia uguale a quelle dello scorso anno. La Ferrari lo sa bene ed è per questo che ha investito tutto su un progetto che dovrebbe essere rivoluzionario, con tante parti innovative e simile a quello del 2017, quando la SF70H fece scuola negli anni a seguire.
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La Ferrari, come detto, ha fatto sapere che il nome della nuova F1 sarà F1-75. L’ultima volta che la scritta F1 era apparsa nella sigla era stato nel 2000 (se escludiamo la 248 F1 del 2006, in cui tale logo è posto in maniera differente). Nel 2000, il Cavallino tornò a vincere il mondiale piloti con Michael Schumacher, risultato che mancava da ben 21 anni.
Pochi mesi prima, tuttavia, la rossa aveva già messo le mani sul titolo costruttori, ponendo una base molto solida per il futuro. La stagione 2000 visse sul filo del rasoio grazie alla battaglia tra il Kaiser di Kerpen e la McLaren di Mika Hakkinen, entrambi con due mondiali piloti vinti al via di quel mondiale.
La Ferrari riuscì a tenere testa al team di Woking grazie alle strepitose doti del suo pilota, ma anche per una vettura che negli ultimi anni era cresciuta tantissimo, sino ad arrivare alla F1-2000, divenuta un gioiello di tecnologia in grado di sconfiggere le frecce d’argento. Il finlandese resistette a lungo, ma alla fine, nel GP del Giappone dovette arrendersi con una corsa di anticipo.
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Il sogno dei tifosi della rossa è quello di rivivere una mattinata simile a quell’8 ottobre 2000, quando le campane di Maranello suonarono a festa e tutte le strade italiane si colorarono di rosso. Da quel giorno sono passati quasi 22 anni, ma dall’ultimo titolo ne sono passati ben 15. Senza dubbio, le statistiche vanno aggiornate ed il nuovo regolamento appare il modo migliore per riuscirci.
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