Anche Hakkinen ci crede, Hamilton può davvero ritirarsi: ecco perché

Prosegue il dibattito sul comportamento di Hamilton dopo la sconfitta di Abu Dhabi. Ecco l’interessante lettura di un vero uomo Mercedes come Hakkinen.

Ha dominato in lungo e in largo dall’inizio dell’era ibrida, salvo nel 2016 quando venne beffato dal compagno di squadra Rosberg. Per Lewis Hamilton dal 2014 al 2020 vincere è stata una costante. Firmare pole position qualcosa di quasi scontato, semplice, grazie ad una monoposto che non aveva eguali.

Lewis Hamilton (GettyImages)
Lewis Hamilton (GettyImages)

Poi nel 2021 il fattaccio. La Red Bull ha trovato il modo di avvicinarsi, aiutata da una Honda che, conscia di dover uscire di scena a fine stagione, ha dato il tutto per tutto per fornire al suo team una power unit competitiva.

L’inglese si è sentito messo sotto pressione e spesso ha sbagliato, ha perso lucidità, lasciato per strada punti preziosi che alla fine avrebbero potuto giocare dalla sua. Poi la FIA ha aggiunto carico. Stretta nella morsa delle voci che gridavano “basta vedere le Frecce Nere davanti, solitarie incontrastate”, ha sbagliato decisioni, ha creato precedenti poco lodevoli come la truffa del GP del Belgio, si è messa a fare da arbitro influente nei round più caldi come quello di Jeddah e Yas Marina. E alla fine, ha prodotto quello che la gente chiedeva: un nuovo campione del mondo, una faccia fresca da sostituire a quella arcinota dell’inglese.

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Da qui si è creato un vulnus nella mente del #44, abituato, ovviamente bene, che lo ha portato a far perdere le proprie tracce certo che comunque di lui si sarebbe continuato a chiacchierare.

A questo proposito Mika Hakkinen, due volte iridato con la McLaren prima dell’era Schumacher in Ferrari, si è fatto un pensiero. La scorsa stagione potrebbe essere stata l’ultima utile per il britannico di imporsi. Un bel problema per uno come lui a caccia dell’ottavo titolo.

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Con l’augurio di rivederlo nel gruppo il finlandese ha paventato un possibile flop da parte della Stella a causa del cambio regolamentare. Qualcosa che potrebbe portare l’asso di Stevenage a ritirarsi.

Di certo non gli manca la fiducia in sé stesso. E’ un vincente i suoi numeri lo dimostrano. Personalmente ritengo che il 2022 potrebbe essere un anno buono per lui, tuttavia, se la macchina non dovesse rispettare le attese, diventerebbe molto dura da accettare. Specialmente perché comincerebbero a sorgere diverse domande sulle sue qualità“, la considerazione del 53enne che fa immediatamente scattare il parallelo con Vettel, uno che dopo la supremazia con i colori energetici non è riuscito più a confermarsi.

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