Dovevano essere la grande novità della F1 2022, ma le Sprint Qualifying del sabato potrebbero saltare a causa della contrarietà di alcuni team.
Il patron del Circus Stefano Domenicali le aveva sbandierate come la soluzione per parte dei mali della massima categoria, insistendo che nella campagna che scatterà dal Bahrain il prossimo 20 marzo se ne sarebbero disputate almeno 6 o 7. Ed invece per adesso le Sprint Qualifying confermate sarebbero solamente tre.
La ragione è che le grosse scuderie, quindi Mercedes, Red Bull e Ferrari si sarebbero opposte appellandosi al budget cap. Secondo indiscrezioni il costo ulteriore avrebbe toccato i 5 milioni di dollari. Una cifra eccessiva in tempi di spese contingentate.
Quindi, se inizialmente erano state proposte Bahrain, Imola, Canada, Austria, Olanda e Brasile come piste adatte al nuovo formato, qualcuno dovrà rinunciare.
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F1, cosa succede adesso?
In occasione del meeting della F1 Commission in programma il prossimo 14 febbraio, si discuterà sul da farsi, probabilmente optando per procrastinare il piano originale al 2023. La paura di qualcuno, tra cui la McLaren, è che anche con un costo abbassato a 2,65 milioni ad uscirne favoriti sarebbero i soliti noti.
Dunque, per avere una risposta definitiva sulla questione bisognerà attendere un paio di settimane ancora. Va detto che la mini corsa da 100 km è stata apprezzata perlopiù dai promoter dei singoli eventi, in quanto avere una qualifica al venerdì e già un GP, seppur di appena 17 giri il giorno successivo, significa avere più gente sulle tribune e di conseguenza maggior introiti per l’impianto.
Nel tempo, infatti, quello della prima giornata dedicata alle solo prove libere è diventato un problema. In alcuni circuiti il pubblico presente è davvero minimo, mentre i costi di gestione, al contrario, restano uguali nel weekend della manifestazione.
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Dalla Germania le voci danno appunto per certo uno slittamento del piano all’anno prossimo, in quanto allora basteranno sei voti favorevoli per ottenere l’ok alle 6 qualifiche sprint, già di per sé poco amate anche dagli stessi piloti che si trovano costretti ad un grande sforzo di concentrazione.