La Ferrari F1-75 ha stupito per dei concetti aerodinamici molto estremi, partendo dal muso alla forma delle pance. Ecco l’analisi tecnica.
La nuova Ferrari F1-75 è finalmente stata svelata. La foto che era apparsa ieri sul web era proprio relativa al modello presentato pochi minuti fa, che si differenzia per dei concetti davvero molto interessanti. I toni utilizzati da Mattia Binotto nel video diffuso online fanno ben capire che a Maranello c’è grande voglia di riscatto.
Il team principal della Scuderia modenese ha detto chiaramente: “Ci sono molte aspettative, abbiamo lavorato tantissimo per arrivare alla F1-75 che è frutto di un duro impegno da parte di tutti. Sappiamo che le ultime stagioni non sono state all’altezza del nome che portiamo, ma per questo vogliamo ritrovarci grazie al nuovo progetto“.
La Ferrari ha bisogno di occupare le prime posizioni, e per tentare di ritrovarle è stata messa a punto una monoposto bellissima e ricca di idee originali. Rispetto alle altre vetture presentate, la F1-75 si differenzia nettamente sotto tanti punti di vista, e gli unici punti di somiglianza si possono trovare con l’Aston Martin.
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Ferrari, ecco l’analisi tecnica della F1-75
La Ferrari F1-75 è un modello molto coraggioso, frutto di un lavoro iniziato quasi due anni fa. L’ultimo biennio è stato avaro di soddisfazioni, con appena otto podi e due pole position conquistate a fronte di zero vittorie. Per questo motivo, la rivoluzione tecnica ed il ritorno dell’effetto suolo erano la miglior occasione per pensare di risalire la china.
Per cominciare la nostra analisi tecnica, è bene partire dal muso: si tratta di un concetto che non si era mai visto in passato, e che ovviamente non è apparso neanche sulle altre vetture appena presentate: la forma è tondeggiante, ma poi diviene appuntito nella parte conclusiva, per ridurre la sezione e la resistenza all’avanzamento e risulta piuttsto profondo nella parte più bassa.
Anche l’ala anteriore si differenzia dalla concorrenza, dal momento che è composta da quattro flap dove la corda del profilo anteriore va a ridursi verso il più piccolo flap mobile. Parlando delle sospensioni, è confermato il push rod anteriore, che smentisce dunque l’idea del pull rod, apparso invece sulla McLaren. Quest’ultimo schema viene utilizzato per la sospensione posteriore.
L’airbox è di forma triangolare e riprende il concetto della Ferrari SF1000 del 2020, risultando però ancora più stretto. L’ingresso delle pance è molto alto e stretto, non assumendo la forma quadrata che si è vista sull’Aston Martin e sull’AlphaTauri. Se si vuole trovare un difetto, almeno visivamente, lo si associa alla zona delle pance.
Esse sono infatti molto grandi, il che potrebbe causare qualche ingombro di troppo ai flussi d’aria. Sotto alla fiancata si nota un canale che va ad alimentare la zona a Coca-Cola, dove avviene un’importante rastremazione. Come anticipato, sono confermate le branchie stile Aston Martin tra cofano e pance, in una zona dove si è scavato molto per permettere un miglior flusso.
L’ala posteriore è abbastanza convenzionale, ma a causa dei regolamenti è la zona dove si può intervenire in maniera miniore. Presente il doppio pilone, le cui estremità sono inframezzate dal DRS. Colpisce il cofano motore molto stretto, che potrebbe fornire un gran bel vantaggio alla monoposto rossa.
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Insomma, il lavoro fatto è stato davvero importante, e per fortuna le presentazioni stanno smentendo la paura degli appassionati: queste monoposto appaiono molto diversa l’una dall’altra, ma la sensazione è che cambieranno ulteriormente tra i test di Barcellona e quelli del Bahrain. I fan del Cavallino sono già innamorati della colorazione e delle forme di questa macchina, ma poi occorrerà anche l’aiuto del cronometro.