La Ferrari F1-75 ha tolto i veli da meno di una settimana e già si percepiscono i malumori di due grandi ex ferraristi sul nuovo progetto del Cavallino.
In Italia si avverte dopo anni un certo ottimismo alla vigilia della 73° stagione della storia della F1. La Rossa vuole stupire e tenere fede ai proclami di apertura di un ciclo vincente affermati con convinzione dal Presidente John Elkann. Mattia Binotto, in passato, non è stato da meno, spingendo nella direzione di un glorioso 2022 con la convinzione che la Ferrari possa tornare a vincere. Il primo step dovrà essere, per forza di cose, quello di risalire sul gradino più alto del podio dopo quasi due anni e mezzo.
La Ferrari non vince un GP dal 22 settembre 2019 con la doppietta di Sebastian Vettel e Charles Leclerc. Da allora a Maranello non si è più sventolata una bandiera, fallendo in qualche occasione la possibilità di sfruttare le difficoltà della concorrenza. Ciò che lascia riflettere non è solo il modo con cui la Rossa ha fallito le poche chance avute di vincere un GP, ma l’organizzazione e le scelte del management del Cavallino. Negli ultimi due anni hanno trionfato team come Racing Point (attuale Aston Martin), AlphaTauri (ex Minardi), Alpine (ex Renault), oltre a McLaren, Mercedes e Red Bull Racing.
In un caos generale che ha investito la Ferrari, a partire dall’indagine FIA sulla PU della SF90 chiusa con un accordo segreto, la squadra ha concentrato le sue forze sulla vettura della nuova era della F1. Per un team della storia della Ferrari non è stato piacevole compromettere le ultime stagioni per fare il più classico degli all-in sul 2022. Il cambio regolamentare rappresenta la più grande occasione per i team inseguitori di ridurre il gap dalla vetta. La Ferrari ha osato con coraggio con la F1-75, dimostrando di avere le idee chiare sull’interpretazione del nuovo regolamento tecnico.
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Ferrari, le perplessità di due ex
Al momento della presentazione della monoposto 2022 i fan sono rimasti sorpresi dalla bellezza delle linee della Rossa. Muso stretto e basso con una punta che sembra già mirare con aggressività all’auto seguente. Le pance sono possenti, mentre le sospensioni sono push rod all’anteriore. Sul piano estetico il risultato è un’auto meravigliosa con un contrasto tra il nero e il rosso che ha già fatto innamorare i fan del Cavallino rampante. Naturalmente la F1 non è un concorso di bellezza, ma occorre essere veloci ed affidabili per trionfare in pista.
Dopo anni di monotono dominio di Mercedes e Red Bull Racing, la F1 si augura di aver fatto bingo con battaglie più ravvicinate tra piloti di team diversi. La reinterpretazione in chiave moderna delle auto ad effetto suolo ha entusiasmato i più, ma c’è anche chi ha storto il naso alla presentazione delle nuove monoposto. E’ ancora presto per valutare i risultati della nuova era della categoria regina del Motorsport, ma c’è chi si è sbilanciato a dei giudizi sulla Rossa.
Intercettati dalla Gazzetta dello Sport, Ivan Capelli e René Arnoux hanno già parlato con un certo scetticismo della crescita della Ferrari nel 2022. L’ex pilota italiano della Rossa ha sottolineato che nelle ultime annate a Maranello si è fatta un gran fatica ad essere competitivi e tutto ciò non ha portato a dei clamorosi stravolgimenti. “Come può riuscirci ora, senza l’innesto di qualcuno che porti qualcosa di diverso?“, si è domandato Ivan Capelli.
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René Arnoux ha rincarato la dose, sottolineando che “sono anni che sul piano della tecnologia siamo indietro. I piloti sono bravi, tutti e due al livello dei migliori“. Il francese ha elogiato Carlos Sainz e Charles Leclerc, ma è dubbioso sul fatto che la Scuderia sia riuscita a colmare il gap da Mercedes e Red Bull Racing. Senza una vettura all’altezza della situazione i due piloti del Cavallino non possono fare miracoli o andare oltre la terza posizione nei costruttori come accaduto nel 2022. Manca meno di un mese all’inizio del campionato, non ci resta che pazientare e attendere il responso della pista.