La Ferrari saluta uno dei pilastri della sua squadra, simbolo delle vittorie di Michael Schumacher negli anni Duemila.
In casa Ferrari si è pronti per dare il tutto per tutto nell’assalto al mondiale. La nuova F1-75, presentata pochi giorni fa, scenderà in pista tra qualche ora sul tracciato di Barcellona, nel primo confronto diretto con le sue rivali. Come ha già chiarito Mattia Binotto, il Cavallino si concentrerà sulla correlazione dei dati tra circuito, simulatore e galleria del vento, evitando di cercare le prestazioni.
Tuttavia, non è di certo vietato farsi un’idea su quanto possa essere competitiva la nuova monoposto, la quale potrebbe decidere la credibilità di questa gestione della Scuderia modenese. Inutile nascondersi, da quando Binotto è arrivato ad occupare il ruolo di team principal sono state ottenute solo tre vittorie nel 2019, poi il nulla.
La Ferrari è crollata in una crisi di risultati senza molti precedenti, e sino ad oggi si è potuta nascondere dietro alla scusa di un progetto vincente nel 2022. Ora, questa stagione è arrivata e sono vietati passi falsi, pena l’ennesima rivoluzione che significherebbe tante altre stagioni di sofferenza.
Dal 2014 in poi, a Maranello sono cambiati diversi team principal: dopo le dimissioni di Stefano Domenicali, venne chiamato Marco Mattiacci a fungere da “traghettatore”, guidando il team sino alla fine di quell’annata. Dopo di lui è iniziata l’era di Maurizio Arrivabene, durata quattro stagioni.
Sotto all’ex vertice della Philip Morris ed a Sergio Marchionne, il Cavallino si è ritrovato vivendo le due stagioni più positive nel corso dell’era ibrida con Sebastian Vettel. Nel biennio 2017-2018 sono state costruite due ottime monoposto, che a causa di problemi di affidabilità, errori del team e del pilota non sono riuscite ad avere ragione della Mercedes di Lewis Hamilton.
I due ko del tedesco sono costati il posto ad Arrivabene, che ha fatto spazio a Mattia Binotto dopo la scomparsa di Marchionne. Purtroppo, la guida dell’ingegnere di Losanna non è stata, sin qui, ottimale, e non ha prodotto i risultati ottimali. Il buon Mattia si giocherà tutte le carte in questa stagione, nella speranza che la pista gli dia ragione.
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La Ferrari saluta un personaggio storico come Luca Colajanni, il portavoce simbolo delle annati in cui Michael Schumacher faceva sognare i tifosi con le sue vittorie. Indimenticabili i collegamenti dal box del Cavallino con gli inviati Stella Bruno ed Ettore Giovannelli che intervistavano il capo della comunicazione di Maranello, sempre pronto a dare spiegazioni su ciò che accadeva nella sua squadra.
Colajanni ha comunicato la sua scelta con una lettera, pubblicata poche ore fa: “Solo una breve nota per dirvi nero su bianco che ho deciso di lasciare la Scuderia Ferrari alla fine di questo mese. Non è stata una decisione semplice ma penso che dopo trent’anni di frequentazione del motorsport sia giunto il momento di iniziare un nuovo capitolo della mia vita, stavolta senza motori“.
“Con alcuni di voi abbiamo lavorato fianco a fianco, con altri siamo stati avversari in pista, con molti ci siamo confrontati, abbiamo discusso, qualche volta litigato ma sempre cercando di mantenere rispetto l’uno per l’altro e ci tengo a dirvi che per me è stato un piacere e un onore condividere tanta parte di questi trent’anni con voi. Sarò a Barcellona per questo test e mi piacerebbe salutare chi ci sarà. A presto, Luca“.
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Il Cavallino, dunque, saluta un altro volto che ha fatto la storia del marchio nell’ultimo ventennio, che proprio lo scorso anno era tornato a Maranello dopo l’esperienza in FIA. Colajanni, come ha spiegato nella lettera, si concentrerà su dei nuovi progetti che non avranno a che fare con il motorsport e l’automobilismo.
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