La situazione in Ucraina rischia di coinvolgere anche il mondo della F1. A farne le spese il GP di Russia e il team Haas, sponsorizzato da un’azienda di Mosca.
Purtroppo quello che si temeva si è realizzato: è cominciato l’attacco della Russia all’Ucraina. Quando a Mosca sono quasi le 6 del mattino, il presidente Vladimir Putin ha annunciato alla Nazione l’inizio dell’operazione militare per proteggere il Donbass. Gli attacchi, secondo le prime informazioni, stanno arrivando su più fronti. Colpita anche la capitale Kiev con alcuni missili e non solo la zona contesa. E il rischio è che la situazione possa degenerare coinvolgendo anche l’UE e la Nato.
Naturalmente il mondo sportivo non è esente dalle conseguenze che questo conflitto tra Russia e Ucraina sta causando. A partire dal mondo del calcio, con la finale di Champions League in programma a San Pietroburgo che potrebbe essere spostata. Ma ad essere coinvolta in pieno è anche la F1.
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Al momento infatti c’è il rischio che i dirigenti della FIA possano subire nelle prossime ore pressioni per annullare il Gran Premio di Russia di quest’anno, viste le sanzioni che Ue, Gran Bretagna e Stati Uniti stanno preparando ai danni di Mosca. Nelle ultime ore il segretario di stato britannico per il Dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport, Nadine Dorries, ha affermato di avere “serie preoccupazioni per gli eventi sportivi che si terranno in Russia”.
L’evento, che si terrà il 25 settembre a Sochi, dunque sembra non essere più sicuro. Il Gran Premio di Russia è entrato a far parte del calendario della F1 nell’ottobre 2014, otto mesi dopo l’annessione della Crimea alla Russia, che ha portato anche a sanzioni contro il Paese. E proprio il GP di quest’anno sarà l’ultimo a Sochi, perché dal 2023 la Russia sposterà tutto a San Pietroburgo. In caso di cancellazione del GP, si parla già di possibili alternative: in pole Instanbul, Hockenheim e Nurburgring.
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Nel mirino però c’è anche il team Haas, sponsorizzato dal produttore russo di fertilizzanti Uralkali, colosso gestito da Dymitri Mazepin, papà del pilota del team Nikita C’è il timore che le pressioni possano colpire il team, arrivando perfino alla sua esclusione dal Mondiale. Un colpo anche per la Ferrari, che fornisce i motori alla scuderia, che rappresenta anche un banco di prova per le sue novità.
Il team principal, l’altoatesino Gunther Steiner, recentemente aveva dichiarato in merito a questa ipotesi: “Non ci facciamo coinvolgere in questioni politiche. Ovviamente, come tutti guardano cosa sta succedendo, anche noi lo facciamo. Quindi, lo guardiamo e se c’è qualcosa, ce ne occuperemo. Ma al momento, non ne siamo coinvolti perché non abbiamo potere su queste cose. Siamo qui per lo sport. Quindi se qualcosa sta arrivando, sanzioni o altro, ce ne occuperemo. Ma al momento non possiamo farci niente”. C’è il timore però che questa escalation porti davvero nelle prossime ore a decisioni clamorose.
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