L’invasione russa in Ucraina ha già avuto un impatto molto forte sulle borse. Analizziamo i possibili scenari per gli automobilisti italiani.
La Russia ha fatto la sua mossa e ha deciso di attaccare l’Ucraina dopo aver predisposto nelle settimane scorse un vero e proprio esercito ai suoi confini. Il 24 febbraio 2022 è una data che rischia di entrare nei libri di storia. Le immagini che arrivano dall’Ucraina sono shockanti. L’invasione dei russi ha già prodotto delle ricadute pesanti sul tutto il fronte occidentale, avendo un forte impatto sul piano economico. Dal prezzo del carrello della spesa fino a quello del petrolio e del gas.
Sui mercati finanziari le conseguenze si sono già fatte sentire con un tracollo delle principali borse e prezzi del petrolio schizzati alle stelle. Si tratta di valori che non si vedevano dal lontano 2014, a partire dalla quotazione del singolo barile. Il mondo ora si interroga sulla strategia da adottare per provare a frenare l’offensiva russa ed aiutare gli ucraini in uno scenario che è sempre più allarmante.
Il prezzo della benzina e del diesel potrebbe raggiungere valori impressionanti, superando cifre che già sono altissime. In questo quadro apocalittico, per le famiglie e per le aziende si tratta ovviamente di una situazione di emergenza totale. I due anni di pandemia avevano già aperto una crisi profonda, mettendo a dura prova le famiglie italiane.
I prezzi della benzina e del diesel
Al momento si può solo sperare in una evoluzione che porti a rallentare i prezzi, ma le tensioni rimangono ancora alte. I valori potrebbero anche stabilizzarsi seppur rimanendo a cifre molto elevate. Il quadro più critico può essere quello di un’interruzione delle forniture, con ricadute inimmaginabili per il nostro Paese già in ginocchio. Le sanzioni minacciate per le azioni di Putin potrebbero portare ad una reazione decisa della Russia.
L’interruzione delle forniture di petrolio, gas e materie prime porterebbe i prezzi a salire a dei livelli record. La Russia è il secondo esportatore di petrolio al mondo, subito dopo l’Arabia Saudita. La guerra potrebbe causare una vera e propria crisi energetica per l’Occidente. Al momento già alcuni tabelloni riportano prezzi della benzina superiori ai 2€ al litro. Il prezzo medio ad oggi è di 1.9 al litro con il superamento della stratosferica quota 100$ (105,04 dollari al barile per l’esattezza) che resisteva da 8 anni.
Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, su Quattroruote ha spiegato: “Se i flussi del gas e del petrolio non s’interromperanno e questo dovrebbe portare a una stabilizzazione dei prezzi sugli alti livelli attuali. Lo scenario peggiore, cioè quello di un conflitto esteso che porti a una interruzione dei flussi dalla Russia, si tradurrebbe invece in un disastro, con prezzi doppi rispetto a quelli attuali. Benzina e gasolio schizzerebbero verso 2,50 – 3 euro al litro, precipitandoci quindi in una situazione simile a quella dei primi anni ‘70“.
La media del diesel servito è salita a 1,870 euro/litro (ieri 1,867), con prezzi medi praticati compresi tra 1,810 e 1,950 euro/litro (no logo 1,765). I prezzi praticati del GPL vanno da 0,820 a 0,836 euro/litro (no logo 0,812). Infine, il prezzo medio del metano auto risulta in ascesa e si classifica tra 1,745 e 1,860 (no logo 1,754). Uno scenario in costante mutamento perché tutto dipende dalle possibili azioni future dei Paesi coinvolti.