Wolff non crede al progetto Andretti: “Vi dico perché non ce la farà”

Michael Andretti si è candidato ad entrare in F1 con un proprio team nel 2024. Toto Wolff però sembra non credere a questa eventualità.

Nell’ultimo decennio sono stati diversi i tentativi di imprenditori o cordate di sfondare in F1, ma solo Gene Haas è riuscito a finalizzare con un progetto più o meno solido. Il manager americano aveva deciso di provare la strada dello sport internazionale per promuovere la propria azienda di macchine utensili. Una via che dal 2016 lo vede ancora attivo sebbene se non ci fosse stato il pronto intervento della famiglia Mazepin, molto probabilmente la squadra non esisterebbe più.

Toto Wolff (LaPresse)
Toto Wolff (LaPresse)

Prima dello scoppio della pandemia si era parlato di un team spagnolo interessato all’ingresso, ma poi tutto si è dissolto nel nulla. Ora invece è arrivato il turno di Michael Andretti. Impegnato in IndyCar e in Formula E. Il figlio di Mario, veterano dell’automobilismo, avrebbe addirittura già presentato la propria candidatura alla FIA. Questo per far capire che si tratta di una mossa da prendere seriamente.

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Da qui al 2024, però, potrebbero cambiare diverse cose, di conseguenza non sono in molti ad avere fiducia nella proposta lanciata dallo statunitense nonostante il suo forte legame con le corse.

Uno dei più scettici è senz’altro Toto Wolff. Il boss della Mercedes ha infatti sì sottolineato l’importanza dell’America nel Circus moderno, così come ha valutato di peso la figura del 59enne cresciuto a pane e gare, ma ha anche tenuto a ricordare come un ingaggio nella top class delle auto sia impegnativo sotto ogni profilo.

Non è solo una questione di pagare una tassa di 200 milioni di dollari. Occorre dimostrare di poter portare qualcosa in più per il bene di tutti”, ha affermato a Motorsport.com difendendo l’élite rappresentata dai big della categoria. “Noi siamo l’apice. Possiamo essere considerati come la Champions League o la NFL, e non possiamo pensare di dare franchigie senza fare le necessarie verifiche. Per entrare in questo club bisogna disporre almeno di un miliardo di dollari”.

Meno severo e leggermente più aperto si è invece mostrato Christian Horner. Per il responsabile della Red Bull è positivo che la serie abbia ancora un certo appeal, specialmente per un nome tanto rilevante nelle competizioni a quattro ruote.

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Ci sono però dei criteri da rispettare stabiliti dal Concorde Agreement, e l’accordo è tendenzialmente protettivo nei confronti dei team attualmente presenti. Quindi l’ipotesi di un nuovo ingresso andrà analizzata con molta attenzione“, ha tagliato corto attento a non dare speranze al dirigente della Pennsylvania.

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