La Red Bull RB18 è una delle grandi favorite per la conquista del titolo mondiale. Tuttavia, tutti i team ne avranno un assaggio.
L’attesa è quasi terminata: tra poco più di due settimane prenderanno il via le qualifiche del Gran Premio del Bahrain, prima tappa del mondiale di F1 targato 2022. Il 20 marzo scatterà la caccia a Max Verstappen ed alla sua Red Bull, con l’olandese che vuole difendere il titolo iridato vinto in maniera incredibile ad Abu Dhabi.
L’inverno che si avvia verso la conclusione è stato caratterizzato da tante polemiche per via degli episodi di Yas Marina, costati l’ottavo mondiale a Lewis Hamilton ed il posto di direttore di gara a Michael Masi. Le presentazioni delle nuove auto ed i primi test appena conclusi a Barcellona hanno proiettato il Circus nel futuro, iniziando a lasciare da parte i fatti dello scorso 12 dicembre.
La Red Bull, dal canto suo, ha svelato una monoposto strepitosa, almeno visivamente, come la RB18, frutto del talento tecnico di Adrian Newey e del suo entourage di ingegneri. La concorrenza è comunque molto agguerrita, capitanata dalla Mercedes che con Lewis Hamilton e George Russell ha piazzato una perentoria doppietta a Montmeló.
Com’è ovvio che sia, ad oggi i tempi contano meno di zero, ma è sempre meglio stare davanti a tutti che inseguire. Le prime simulazioni di passo gara hanno comunque evidenziato la grande competitività della RB18, la quale deve ancora sistemare qualche problema di affidabilità. Nello shakedown di Silverstone c’era stato un guasto non meglio specificato, mentre a Barcellona il cambio ha lasciato a piedi Sergio Perez al giovedì mattina.
Verstappen non ha avuto alcun problema, inenanellando ben 147 tornate nella sola giornata di mercoledì. L’olandese sembra davvero molto motivato e nel 2022 correrà con molta pressione addosso, avendo già vinto quel titolo mondiale che inseguiva sin da quando era nato.
Il team di Milton Keynes ha bisogno anche di un grande Perez, le cui prestazioni altalenanti sono costati il titolo costruttori nel 2021. Il messicano ha avuto la possibilità di accumulare molta esperienza con la nuova squadra e dovrà dare molto di più nei prossimi mesi per sperare in una veloce riconferma.
Nel 2022 sono tornati protagonisti i copricerchi, presenti sulle monoposto ad effetto suolo che hanno debuttato pochi giorni fa. Essi vennero inventati dalla Ferrari nel 2006, che li portò in occasione del Gran Premio della Turchia sulla 248 F1 di Michael Schumacher e Felipe Massa. Dal GP di Silverstone dell’anno dopo, fu la stessa rossa a portarli anche sulle gomme anteriori, copiata poco dopo da Renault, Red Bull e tutte le altre.
L’epopea dei coprircerchi si è chiusa alla fine del 2009, principalmente per motivazioni legate alla sicurezza. In occasione del GP di Ungheria di quell’anno, Fernando Alonso, partito in pole con la Renault, perse una ruota dopo un pit stop per un problema con una pistola pneumatica.
Il copricerchio aveva infatti subito un guasto che negò ai meccanici la possibilità di effettuare un pit stop in sicurezza, causando il distaccamento del pneumatico. Per questo motivo, i copricerchi vennero totalmente aboliti a partire dalla stagione 2010, quando il Circus salutò anche i rifornimenti in gara e la Red Bull iniziò il suo periodo d’oro con Sebastian Vettel.
Dal 2022, il team di Milton Keynes fornirà i copricerchi non solo all’AlphaTauri, sua squadra “satellite”, ma anche a tutte le altre formazioni presenti in griglia. A comunicarlo è stato Sam Collins, esperto di tecnica del canale YouTube della F1. Collins ha afferma, tramite un tweet, che i copricerchi sono stati realizzati in una piccola fabbrica nel Regno Unito e poi spediti da Red Bull Technology. Dunque, tutte le squadre avranno un piccolo particolare del team campione del mondo piloti.
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