Le rivali indicano la Ferrarti come la vettura più veloce. Merito di un motore tornato finalmente a dominare. Ma è davvero così?
Se c’è un team che è uscito dai primi test di Barcellona con ottime sensazioni e con gli occhi puntati da parte di tutte le altre scuderie, è quello della Ferrari. La Rossa di Maranello ha sorpreso sin dalla presentazione per le sue forme così voluminose quanto sinuose della sua F1-75, che ha scelto una via completamente differente rispetto agli avversari. L’unico neo è stato quello di un eccessivo porpoising, quel saltellamento dovuto all’effetto suolo che ora le vetture sfruttano al massimo e che già si era visto con le auto deli anni Ottanta che sfruttavano gli stessi princìpi.
In Bahrain ci si aspetta però che tutti i team tirino fuori i tempi e facciano capire realmente dove sono. In tanti danno la Ferrari per favorita, ma dalle parti di Maranello si predica calma. Anzi. C’è chi dice che la Rossa è dietro, ma “solo” di tre decimi rispetto a Red Bull e Mercedes. Un bel passo in avanti rispetto alle scorse annate, ma forse ancora non tale da poter lottare per il titolo.
Ormai però il digiuno dalla vittoria dura da troppo tempo. Era il 22 settembre 2019, Gran Premio di Singapore, quando una Ferrari è salita sul gradino più alto del podio per l’ultima volta. La Rossa ora vuole tornare a provare quella gioia che per due stagioni ha lasciato il posto a delusioni e tanti bocconi amari buttati giù.
Due anni di purgatorio, verrebbe da dire, ma con il progetto della F1-75, Maranello si gioca tutto. E lo fa non solo con un disegno della monoposto “spinto”, ma soprattutto con un motore nuovo di zecca, che punta ad essere non solo il più efficiente della F1 ma anche il più performante. Ma c’è un motivo se la Ferrari sia voluta ripartire proprio dal cuore pulsante della propria vettura per tornare a vincere.
E’ da due anni che la Ferrari lavorava per il motore 2022, da quando è stato approvato il nuovo regolamento. Un periodo che ha coinciso con il netto calo delle prestazioni della vettura di Maranello, che proprio alla fine del 2019 ha visto interrompersi bruscamente il proprio dominio in fatto di “cavalli”. L’unità ibrida della Rossa era la più potente del lotto, ma qualcosa non era chiaro in questo “dominio”, soprattutto per gli avversari. E dopo accurati controlli della FIA, qualcosa è stato scovato.
Non si saprà mai cosa realmente sia successo, sta di fatto che l’accordo con la Federazione ha portato a un netto calo della potenza del motore Ferrari, che da quel momento ha smesso di rendere come prima. L’ipotesi su quanto accaduto in queste due stagioni è che si sia data la possibilità agli avversari di adeguarsi alla strada tracciata dalla Ferrari e utilizzare le stesse soluzioni adottate in precedenza dalla Rossa, dando però a quest’ultima una sorta di penalità di due anni per permettere alle altre di arrivare al suo livello.
Adesso però la pena è finita e la Ferrari potrà tornare a esprimere in pista tutti i suoi cavalli. E i miglioramenti, secondo quanto affermato da molti diretti avversari, sono già evidenti. Tanto che dalla Red Bull, Helmut Marko si è affrettato subito a dire, così come il boss Mercedes Toto Wolff, che la casa di Maranello ora è davanti a tutti in termini di potenza del motore.
Che si siano riaperte le stalle, per regalare più cavalli alla Rossa dopo il lungo digiuno? Sembra proprio di sì. Adesso toccherà al cronometro dire se è questa la realtà o, come successo troppo spesso ultimamente, la Ferrari sia solo un fuoco di paglia di inizio stagione, pronto a spegnersi al primo via del campionato.
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