Hamilton torna a parlare di Abu Dhabi: parole di fuoco

Il GP del Bahrain è stata la prima competizione dopo il chiacchierato finale di Abu Dhabi. Per Hamilton la delusione non è ancora smaltita.

A Sakhir si sono riaccesi i riflettori sulla F1 per il round inaugurale del mondiale, ma, inevitabilmente il pensiero è andato ad Abu Dhabi, ultimo atto di un 2021 che ha visto la lotta in pista mescolarsi a quella a parole nel paddock e negli uffici della FIA. Il GP che ha consegnato nelle mani di Max Verstappen il titolo, è ancora nella mente di tutti, così come le polemiche che si sono susseguite.

Lewis Hamilton (Ansa Foto)
Lewis Hamilton (Ansa Foto)

Il periodo in regime di Safety Car per la rimozione della Williams dell’incidentato Nicholas Latifi e il modo in cui sono stati gestiti gli sdoppiaggi e la ripartenza per il giro conclusivo, hanno innescato un’infinità di malumori le cui conseguenze sono state primariamente la rimozione di Michael Masi dalla direzione gara.

Proprio in Bahrain, nel primo giorno di attività in circuito, la Federazione Internazionale, ha messo il punto fine alla vicenda, annunciando l’adozione di una sorta di VAR, alcune modifiche per quanto riguarda i periodi sotto vettura di sicurezza, ma soprattutto ha confermato l’esito della stagione.

Hamilton e Wolff non hanno dimenticato Yas Marina

La strategia Red Bull con il passaggio alle gomme soft per l’ultima parte del gran premio è stata azzeccata, e l’olandese ha vinto per merito e non in conseguenza al scelte dai piani alti. Al contrario la Mercedes, in confusione per la paura di perdere, non ha mostrato la stessa freddezza e ha preferito lasciare in pista Ham con coperture ormai alla frutta.

E sebbene la nota abbia comunque ammesso un parziale errore da parte del responsabile federale, dall’altro ne ha riconosciuto la “buona fede”.

Sfortunatamente non si può tornare indietro e cambiare il passato, quindi cerco di focalizzarmi su cosa posso fare ora. Di certo non mi aspettavo delle scuse da parte di nessuno“, ha confessato ugualmente amareggiato a planetf1.com. “Sappiamo che non avrebbe dovuto succedere. Ad ogni almeno c’è stata trasparenza”.

Sempre sul tema è intervenuto anche il boss Toto, il quale ha negato di aver, in qualità di scuderia, abbandonato la via dell’appello a seguito del sacrificio di Masi.

Al di là della durezza o meno del report, credo sia stato fatto un passo avanti. Lo si può leggere in qualsiasi maniera, ma il fatto che si sia parlato di “sbaglio”, è una forma di riconoscimento molto importante“, ha sostenuto l’austriaco, convinto che, la FIA abbia fatto un mea culpa.

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