Un punto in due gare per Bagnaia con la Rossa, che è la moto da battere ma così rischia di mandare all’aria tutto. E le statistiche parlano chiaro.
L’inizio di Mondiale MotoGP 2022 è stato uno dei più imprevedibili delle ultime stagioni. Non c’è ancora infatti dopo due GP un vero e proprio favorito. Anzi. Chi era partito tra i possibili pretendenti o si è perso o ha solo parzialmente dato un cenno di vitalità. Con il nuovo infortunio, Marc Marquez sembra quasi aver messo anzitempo fine alle sue chance iridate anche quest’anno. In Suzuki Alex Rins e Joan Mir non sembrano ancora al top, per non parlare delle Yamaha, con il campione in carica Fabio Quartararo che solo a Mandalika ha cominciato a ottenere punti pesanti, ma per lui si prospetta una stagione molto travagliata.
Chi per ora ha steccato malamente è la Ducati ufficiale. Se è vero che la moto è la più competitiva, per ora almeno la Rossa di Pecco Bagnaia e Jack Miller non è che abbia impressionato. Tutt’altro. In particolare l’italiano, dato come indiziato numero uno per la lotta al titolo, ha cominciato questo 2022 col piede sbagliato.
Un solo punto in due gare per Bagnaia, frutto di due corse comunque con sensazioni completamente diverse. Nella prima il pilota italiano ha lamentato la mancanza totale di feeling con la GP22, dovuta alle tante soluzioni nuove portate in pista e che ha dovuto testare, senza mai avere un turno di prove con la stessa moto. Fatto questo che non ha dato la giusta serenità al pilota, che dopo qualifiche sottotono è stato costretto alla rimonta in gara, terminata anzitempo con una scivolata quando era già lontano dal podio.
In Indonesia invece Bagnaia ha trovato finalmente la via giusta ma prima i problemi in qualifica e poi la gara sul bagnato hanno messo in crisi la sua Ducati. E per questo è tornato a casa solo con un quindicesimo posto. La testa del Mondiale è a soli 29 punti, questo è vero, ma il timore in casa Ducati c’è. Visto l’andamento delle ultime stagioni, il rischio è quello di perdere ancora una volta il treno iridato per colpe proprie, nonostante il mezzo migliore del lotto. Un copione purtroppo già visto, anche nel 2021, quando alcuni passaggi a vuoto prima dell’estate hanno compromesso la rincorsa iridata proprio di Bagnaia.
Un altro errore del genere sarebbe imperdonabile. E lo sa anche la Ducati stessa. Per questo già dall’Argentina si dovrà cambiare decisamente passo. Anche le statistiche poi lanciano un allarme per Bagnaia e la rossa di Borgo Panigale. Andando a vedere gli ultimi dieci anni, c’è un solo pilota che dopo due gare ha fatto peggio di quello italiano ed è Joan Mir nel 2020, che dopo due zeri nelle prime due gare ha poi completato la rimonta a fine stagione, andandosi a prendere il suo primo titolo Mondiale. Ma c’è da dire che quella di due anni fa fu una stagione davvero strana, condizionata dal Covid e dal calendario mutevole e ridotto che rimescolò le carte in MotoGP in maniera pesante.
Per il resto però i numeri parlano chiaro: partendo così, è difficile poi rimontare e andare a laurearsi campione. Nel 2014 Marc Marquez ne infilò dieci di fila di trionfi, un vero unicum al contrario. Faticò l’iberico decisamente di più nel 2017, quando tra Qatar e Argentina racimolò un quarto posto e un ritiro, per poi tornare alla vittoria in Argentina. Leggermente meglio l’anno dopo, quando finì secondo all’esordio e arrivò 18 nel secondo GP, per poi riprendersi la prima piazza ad Austin. Insomma Ducati e Bagnaia stanno giocando col fuoco. Ed è meglio che il trend cambi decisamente in meglio. O si tornerà a parlare già tra qualche mese di un’altra occasione buttata alle ortiche.
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