A DAZN Spagna, Lorenzo ha parlato della sua carriera, dei momenti più delicati. E ovviamente non poteva mancare Valentino Rossi.
Se c’è un pilota che non ha peli sulla lingua e non ha mai fatto zero a zero, quello è Jorge Lorenzo. Quando c’è da dare giudizi, l’iberico non si è mai tirato indietro. E senza usare giri di parole. Il maiorchino, che sarà nominato MotoGP Legend in una cerimonia che si terrà il 30 aprile prossimo, non ha mai nascosto simpatie e antipatie, lasciandosi andare a confessioni e commenti anche duri in alcuni casi.
Lorenzo è tornato a parlare a DAZN Spagna, facendo un punto della carriera che ha avuto, interrotta nel 2019 dopo la terribile esperienza in Honda Repsol accanto a Marc Marquez.
Nella lunga intervista rilasciata, sono tanti i temi “scottanti” ma anche curiosi che ha affrontato lo spagnolo. Tra questi ovviamente uno ha riguardato anche il suo grande rivale, quel Valentino Rossi con cui ha corso per tanto tempo nel team ufficiale Yamaha. In particolare è tornato su uno dei primi duelli con il Dottore, quello nel 2009 a Barcellona, a casa sua, che si concluse con lo storico sorpasso all’ultima curva di Vale, che mise a segno il primo vero grande colpo che lo portò al suo ultimo titolo in MotoGP.
“Valentino in quella occasione mi ha umiliato. Ha approfittato della mia inesperienza, che ero un secchione, per sorpassarmi in quella curva. Forse mi ha fatto perdere quel campionato, perché se avessi vinto quella gara avrei avuto più possibilità di lottare fino alla fine con lui”.
“Il momento peggiore è stato dopo Sepang 2015 dopo il calcio o la caduta di Marc (Marquez, ndr), non so come sia successo, ma c’è stato quel tocco – ha aggiunto Lorenzo -. Quando sono arrivato al box non sapevo niente e i meccanici mi hanno detto ‘Non rovinare tutto’. Quando l’ho visto e ho scoperto che non ci sarebbe stata alcuna sanzione, a torto o meno, ho disapprovato le immagini. Da lì, il rapporto è cambiato in peggio. Fino al 2018, quando ha iniziato a migliorare, piano piano. E ora va abbastanza bene”.
Dopo l’esperienza in Yamaha, ha poi affrontato l’avventura in Ducati. Una scelta non semplice: “Non mi andava bene il fatto che quando ho vinto il Mondiale 2015 non erano rimasti contenti – ha confessato Lorenzo -. In un certo senso era normale perché ha creato un po’ di polemica la mia denuncia al CAS e altro, che ha incasinato un po’ lo spirito di squadra. Ognuno di noi ha dovuto guardare ai suoi interessi. La Yamaha era più interessata alla vittoria di Valentino che alla questione mediatica. Alla fine hanno inciso motivazione, sfida, voglia di vincere con un’altra moto. Anche io credevo molto in Gigi Dall’Igna e lo sapevo che, prima o poi, avrebbe fatto una moto molto competitiva”.
Una storia interrotta però bruscamente per tentare la strada Honda, che è finita però peggio: “Mi sono solo allenato e allenato, niente svago. Sono entrato in una specie di depressione, non ero felice. Mi è successo qualcosa di simile anni prima e ho deciso di andare in viaggio prima per vedere la città o giocare a golf e questo mi ha aiutato ad arrivare più motivato e più felice”.
Poi sulla sua carriera in generale ha detto: “Ero un gran lavoratore, ma andavo a letto molto tardi. Se fossi andato a letto due ore prima, avrei ottenuto risultati migliori. Con più ore, avrebbe avuto più energia e avrei vinto le gare invece di essere secondo. Quello era il mio unico punto debole. Molte distrazioni mi facevano stare sveglio fino a tardi. Il cellulare è lo strumento che ti porta a quelle distrazioni”.
Da pochi giorni Valentino Rossi è papà, ma Jorge Lorenzo, al pensiero di diventarlo, fa una confessione: “Se sarò padre, cercherò di impedirgli di fare il pilota. Se lo sceglie ci sono sport meno rischiosi… e se lo farà, non lo sponsorizzerò”.
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