C’è chi ha trasformato un pensiero fantasioso in un lavoro che potrebbe coinvolgere tante supercar in futuro. Ecco la fine di una Ferrari Testarossa nell’officina Electric Classic Cars.
Partiamo dall’attualità, ovvero una Ferrari elettrica in futuro ci sarà e non mancano troppi anni. Vi avevo anticipato di tenervi forte. La prima Ferrari full electric della storia è prevista per il 2025 e a confermarlo è stato lo stesso presidente del Cavallino, John Elkann. Una Rossa silenziosa, chi l’avrebbe mai detto. Un modello che andrà a rivoluzionare il DNA del Cavallino che ha fatto del sound uno dei suoi marchi di fabbrica.
Se starete pensando: “chi mai acquisterà una Ferrari elettrica?”, beh probabilmente qualche decennio fa la medesima domanda fu concepita sui motori ibridi e la realtà di oggi la conosciamo. Il mercato si evolve e, a dire il vero, sarebbe già risultato un insulto immaginare un SUV Ferrari qualche tempo fa. Sulla scorta del successo della Lamborghini Urus, potremmo un domani celebrare il boom di vendite della Purosangue. Solo il tempo dirà se le scelte del brand modenese daranno i frutti sperati.
Come dichiarato dall’amministratore delegato Benedetto Vigna, oggi è necessario raggiungere “gli obiettivi strategici di valorizzare l’esclusività del marchio, arricchire l’eccellenza del prodotto, rimanere fedeli al proprio Dna sportivo e focalizzarsi sulla carbon neutrality entro il 2030”. La Ferrari si porta avanti, ma c’è qualcuno che guarda al passato e lavora sulla possibilità concreta di trasformare le iconiche vetture del Cavallino in auto alla spina.
Occhi puntati sulla Ferrari Testarossa o meglio “Teslarossa”
L’autore del video ha voluto scherzare con il nome della variante elettrica della Ferrari Testarossa. E così la classica supercar italiana, con powertrain Tesla, diventerebbe una Teslarossa. A questo punto starete seriamente immaginando ad un sacrilegio. Nel Regno Unito, l’officina Electric Classic Cars la pensa diversamente e si autodefinisce “il più grande convertitore di auto classiche in modelli ad emissioni zero”.
Dopo aver reso alla spina modelli iconici come la Porsche 911, la Mercedes SL e Range Rover classiche, i tecnici si sono spinti un po’ più in là. Negli anni ’80 e più precisamente nel 1984 in occasione del Salone dell’automobile di Parigi, la Ferrari svelò l’erede della 512 BB, di cui conservava la meccanica. La vettura, opera dell’azienda Pininfarina, è entrata di diritto nella storia del Cavallino per le sue grandi griglie laterali. L’auto, equipaggiata con motore a V piatta di 180° montato in senso longitudinale da 4.9 L (4.943 cc) ad aspirazione naturale, garantisce prestazioni da brividi.
La potenza massima di 287 kW (390 CV) è sviluppata a 6.300 giri/min, mentre la coppia massima di 490 Nm è 4.500 giri/min. La Testarossa viaggia 0 a 100 km/h in 5,3 secondi. La Ferrari Testarossa raggiunge i 290 km/h. A leggere questi numeri, sembra veramente un profanazione estrarre il motore delle vettura per valutare dove andare ad inserire le batterie. Il nome stesso Testa-Rossa, infatti, è derivato dalle coperture delle camme motore, dipinte di rosso, sfoggiate dai motori a 12 cilindri.
L’idea dell’autofficina inglese è quella di smontare i motori termici e convertire auto classiche in veicoli a zero emissioni. il fondatore dell’officina Richard Morgan ha analizzato le prime fasi del progetto, mostrando l’abbondante spazio nel vano posteriore dove potrebbero essere inserite le batterie. L’obiettivo è quello di non appesantire l’auto con un pacco di batterie che stravolga il bilanciamento della Ferrari. Montando un motore Tesla la vettura risparmierebbe anche dei chili, ma non regalerebbe più l’emozionante sinfonia del V12 del Cavallino.