In Rete le immagini di un modello davvero speciale dell’Alfa Romeo, prodotto nei primi anni Novanta. E ancora oggi impressiona per la sua modernità.
E’ stata una delle vetture più particolari ma grintose dell’Alfa Romeo. Parliamo della SZ, creata nel 1989 e ancora oggi ricordata dai tanti appassionati del marchio milanese. Un’auto davvero unica, creata per sbalordire, specialmente con le sue forme esterne studiate per sfruttare l’effetto suolo. Un unicum per l’epoca, un vero esercizio di stile ma che ha sposato perfettamente la storia e la filosofia Alfa. E per questo è rimasta nel cuore di tanti.
E la SZ proprio in queste settimane è tornata alla ribalta perché la pagina Facebook ufficiale di FCA Heritage, il dipartimento di Stellantis che si occupa di valorizzare la memoria di Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth, ha pubblicato alcune foto di una di queste vetture da poco restaurata.
Tra il 1989 e il 1991 ne furono costruiti in totale 1036 esemplari della SZ, quasi tutti di colore rosso e interni beige o neri. Solo una fu prodotta in nero e con la colorazione rossa all’interno e fu per Andrea Zagato. Fu proprio la famosa carrozzeria italiana a occuparsi di questo modello di Alfa Romeo, l’ultima della casa milanese commercializzata a trazione posteriore fino all’arrivo alla 8C Competizione, comparsa sul mercato nel 2007.
Il modello di Alfa Romeo SZ restaurato proveniva dal circuito di prova di Balocco ed è stata utilizzata negli shooting di presentazione del modello originale. Ed ha anche una particolarità: rispetto alle altre vetture prodotte dopo, presenta differenze per quanto riguarda il volante e il colore di fondo della strumentazione. In particolare si è intervenuti sulla carrozzeria, completamente riverniciata, mentre gli interni sono stati rigenerati. Per non parlare poi della parte meccanica.
Ancora oggi la SZ rimane una vettura speciale, che uscì dalla matita di Robert Opron del Centro Stile Fiat con la collaborazione della carrozzeria Zagato, mentre Antonio Castellana si occupò degli interni e della finitura finale dei dettagli. A colpire era la carrozzeria, costruita in materiale termoplastico (Modar) realizzato dall’italiana Carplast e dalla francese Stratime, che rendevano questa Alfa altamente tecnologica per l’epoca.
A fare paura era anche la meccanica e il pianale, ereditati dal prototipo da corsa Alfa Romeo 75 Turbo IMSA. La guida era davvero piacevole, merito del ridotto rollio e di una maneggevolezza incredibile, anche sullo sconnesso e su percorsi tortuosi. Merito di sospensioni riviste da Giorgio Pianta, ingegnere, ex pilota e team manager delle squadre corse del Gruppo Fiat.
Il motore poi era un piccolo gioiello: un V6 Busso da 3 litri capace di sviluppare 210 CV di potenza, che permetteva all’Alfa Romeo SZ di raggiungere i 100 km/h in soli 7 secondi e una velocità massima di 245 km/h. Ancora oggi questo modello della casa milanese è uno dei più ricercati dai collezionisti, con alcune aste private che hanno visto prezzi da capogiro.
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