A Termas de Rio Hondo un quinto posto per Bagnaia, che però fa ben sperare. Ecco perché la Ducati può pensare positivo.
La tappa argentina del Mondiale MotoGP 2022 ha lanciato un messaggio chiaro: al momento non c’è un padrone. Anzi. Ce una voglia matta di trovarlo ma per ora tutti “scappano” da questo ruolo. Da Yamaha a Ducati, passando per Honda, Aprilia, Suzuki e KTM. Qualcuno ha fatto solo intravedere le proprie possibilità, ma vuoi weekend finora poco lineari, vuoi problemi di gioventù di queste moto, la situazione rimane molto fluida. E la classifica è lo specchio di tutto ciò.
Tra le case che ha più deluso in questo inizio di stagione c’è certamente la Ducati, che però esce da Termas de Rio Hondo con qualche certezza in più e maggiore fiducia nel futuro.
Ducati e Bagnaia, ora si può sperare
Restano però sotto le aspettative i risultati della casa di Borgo Panigale, che era partita con i favori del pronostico, vista la grande seconda parte di stagione 2021, con una grande rimonta di Pecco Bagnaia nei confronti di Fabio Quartararo, sfumata per un nulla. La GP22, a detta di tutti, sembra essere nata bene, ma la realtà dice che per ora ha vinto una GP21 e che le moto ufficiali faticano.
Basti guardare cosa hanno ottenuti i due del team ufficiale. Bagnaia fa segnare solo 12 punti in classifica generale e Jack Miller 15. Il mondiale è iniziato in salita ma nulla è perduto, anzi. Uno perché, come detto, ancora non c’è un padrone e sono tutti lì in classifica. A partire da quel Quartararo che anzi in Argentina è finito dietro a Pecco (lui 8° e l’italiano 5°). La rimonta del piemontese dopo un weekend ancora non lineare, fatto di diversi intoppi, deve far ben sperare.
Forse il clic giusto è scattato, come ha ammesso lui stesso nel post-gara: “Nel warm up abbiamo effettuato una modifica e sono riuscito a ritrovare le stesse sensazioni che avevo lo scorso anno. Spero di essere finalmente riuscito a dare una svolta alla mia stagione“. Finora la Ducati non è riuscita, come tutti gli altri, ad avere due turni di seguito senza problemi, dove poter capire meglio la propria moto. E da sempre la Rossa è quella più particolare da mettere a punto. Da Austin però si può cambiare finalmente passo.
Le critiche si sono fatte anche feroci in queste settimane. Da una parte è stato colpevolizzata la Ducati per aver portato troppe novità in pista e per aver costretto i due piloti a fare da tester in corsa e in pratica gettare al vento il vantaggio che le Ducati sembravano già avere sulla concorrenza. Una mossa questa che, a detta di molti, rischierebbe di far saltare tutto, ancora una volta, tirando fuori la Rossa dalla corsa iridata. Dall’altra sono finiti nel mirino i piloti, con un Bagnaia poco sereno e un Miller sempre più in crisi tecnica e mentale, visto che il rinnovo per il 2023 ancora non arriva.
La verità però è che, come detto, la pista ha dato segnali di ripresa: nonostante i problemi di pompaggio del posteriore, in gara le Ducati sono andate decisamente meglio. Vedi martin ma anche lo stesso Pecco, che dopo una prima parte in rimonta ha messo in pista un ritmo molto interessante, all’altezza dei migliori. Ora arriva il Texas e tutto questo può avere una conferma importante. E sarebbe fondamentale, in vista di un ritorno in Europa che può essere il momento decisivo della stagione della Rossa.