È presto per dire quale motore sia il migliore della griglia della F1, però ci sono sensazioni positive sulla Ferrari al momento.
Il 2022 è un anno molto importante per la Formula 1, che affronta un importante cambiamento del regolamento tecnico e non solo. Il campionato si appresta anche a congelare lo sviluppo dei motori fino a tutto il 2025.
Dal 1° marzo non si possono più aggiornare motore a combustione interna (ICE), turbo, MGU-H, specifiche del sistema di scarico, sistemi di pompaggio di olio e carburante. Altre parti della power unit potranno essere toccate fino al 1° settembre: MGU-K, batterie e centralina elettronica.
Dopo quest’ultima data, sarà possibile chiedere interventi solo per risolvere problemi di sicurezza e affidabilità. Modifiche riguardanti le prestazioni non saranno ammesse, dunque per i team di Formula 1 è fondamentale aver lavorato bene in questa stagione. Per tre anni non potranno più progredire in termini di performance.
Una grossa sorpresa del 2022 è sicuramente quella di vedere in difficoltà le scuderie motorizzate Mercedes, che negli scorsi anni avevano nel propulsore un punto di forza importante. Comunque gli ingegneri delle Frecce d’Argento hanno fatto sapere che il motore rappresenta al massimo uno-due decimi del deficit attuale. Come riportato da Auto Motor und Sport, la spiegazione sulle velocità massime ridotte è legata alla maggiore resistenza aerodinamica sul dritto.
La Mercedes W13 non è abbastanza efficiente a livello aerodinamico, c’è un problema di drag e per questo i piloti faticano in rettilineo. Nel GP d’Australia dovrebbero essere portate delle novità per migliorare la situazione. Comunque non si capisce perché anche i team clienti perdano così tanto sul dritto, avendo monoposto diverse.
In casa Honda e Alpine si lotta, invece, con l’affidabilità. Tutti i quattro piloti con power unit giapponese si sono ritirati per dei problemi nelle prime due gare. In Arabia Saudita, invece, è toccato a Fernando Alonso fare i conti con dei guai al propulsore Renault. Era il secondo che montava e a Melbourne potrebbe utilizzare già il terzo.
Auto Motor und Sport spiega più fonti del paddock affermano che la Ferrari abbia realizzato il motore più forte e affidabile. E il grande upgrade consentito sulla parte ibrida fino al 1° settembre non è stato ancora implementato, quindi la scuderia di Maranello possiede ancora del margine per migliorare le sue prestazioni di velocità massima.
Mattia Binotto, comunque, ha dichiarato che vede abbastanza allineamento nelle performance delle power unit. Le analisi fatte dopo le prime due gare dicono che le differenze sono minime, comunque c’è soddisfazione in Ferrari per il grosso passo avanti effettuato rispetto allo scorso anno.
Probabilmente è ancora presto per capire chi abbia davvero il motore migliore. Bisognerà aspettare un po’ di gare per conoscere la realtà. Per adesso si può comunque dire che a Maranello hanno svolto un buon lavoro sia sulle prestazioni che sull’affidabilità.
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