Le gomme della F1 hanno raggiunto dei livelli di tecnologia strepitosi. Ecco cosa accade nel caso in cui vengano montate su un’auto stradale.
La F1 targata 2022 è protagonista di una rivoluzione con ben pochi precedenti nella storia. Il Circus ha abbracciato il ritorno all’effetto suolo, che venne bandito nel 1982 per motivi di sicurezza, dopo i terribili incidenti che costarono la vita a Gilles Villeneuve e l’uso delle gambe a Didier Pironi.
I primi riscontri delle due tappe inaugurali sono molto positivi, visto che l’obiettivo di permettere più possibilità di duellare ai piloti è stato pienamente raggiunto. La Red Bull e la Ferrari sono riuscite ad indovinare i progetti giusti, creando un netto gap con la concorrenza capitanata dalla Mercedes.
Tra le novità di questa nuova era della F1 rientrano anche le gomme Pirelli da 18 pollici, più strette ed alte e con cerchioni maggiorati rispetto al passato. Per regolamento sono stati anche reintrodotti i copricerchi, sia all’anteriore che al posteriore, di cui i team fecero uso tra il 2006 ed il 2009.
La Pirelli ha festeggiato, lo scorso anno, i dieci anni di permanenza nel Circus, di cui divenne fornitore unico nel 2011 dopo l’abbandono della Bridgestone. La casa italiana ha portato un approccio diverso alla massima formula, puntando, soprattutto nei primi anni, su pneumatici che si usuravano molto in fretta e costringendo le squadre ad effettuare tante soste ai box.
Questa attitudine si è attenuata nel tempo, sino ad arrivare al classico pit-stop singolo, anche se a volte le squadre ne effettuano un paio su piste come il Bahrain. Da quest’anno, inoltre, c’è anche un’ulteriore novità che riguarda le qualifiche. Al contrario delle scorse stagioni, i primi dieci in griglia possono scegliere liberamente con quale mescola partire, mentre sino al 2021 erano costretti a scattare con il compound con il quale avevano superato il taglio del Q2.
La notizia è stata subito accolta con favore dalle squadre, e probabilmente si è preso spunto dal format dei fine settimana in cui è prevista la Sprint Race per attuare questo cambiamento. La Pirelli ha ancora diversi anni di contratto davanti, ed è sicuro che, almeno per ora, si proseguirà con il monogomma che venne introdotto nel 2007.
Le gomme Pirelli progettate per la F1 sono degli pneumatici molto particolari, costruiti per sopravvivere in condizioni estreme e per resistere a tutte le sollecitazioni a cui sono sottoposte le vetture più veloci del pianeta. I ragazzi di Driven Media hanno voluto attuare un esperimento come potrete vedere nel video in basso.
Hanno decisio di montare le Pirelli da 13 pollici (utilizzate sino allo scorso anno) su di una Caterham Seven, una vettura prodotta dalla casa inglese Caterham Cars a partire dal 1973 come evoluzione della Lotus Seven. I due giovani hanno voluto testare la loro Caterham 270R con un set di pneumatici da F1, per capire quali potessero essere le prestazioni di una gomma così ricca di grip su un’auto da città.
Dopo molte ore di studio ed analisi, i giovani sono andati a fare shopping al volante dell’auto britannica. Le mescole concepite per le monoposto del Circus sono riscaldate con delle termocoperte prima di mandare in pista il pilota, e ciò è fondamentale per garantire al pilota l’aderenza dell’auto nel primo giro sul tracciato, nell’attesa di raggiungere la giusta finestra di utilizzo.
Per questo motivo, i due ragazzi del video non sono riusciti a riscaldare propriamente le mescole, pur avendo montato le termocoperte per tenere al caldo le gomme durante uno stop al McDonald’s. Questo ha comportato una problematica mancanza di aderenza ideale, anche perché le gomme Pirelli sono concepite per le temperature in pista e per il particolare asfalto che le accoglie.
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