Un duro colpo per tutta la MotoGP. In questi giorni, infatti, è venuto a mancare uno dei suoi pilastri più importanti. Una perdita dolorosa.
Ogni sport ha i suoi luoghi del cuore, quelli dove si è fatta la storia con momenti unici, partite leggendarie, corse spettacolari. E la MotoGP non è da meno. Sono diversi i circuiti, come in F1, dove ogni anno è impossibile non andare. Vuoi per il layout, vuoi per le gare che ogni volta vengono imbastite, di certe piste non se ne può fare a meno. Da Assen a Phillip Island, passando per il Mugello e Brno: qui si è fatta la storia del Motomondiale. E negli anni si è inserito nel novero dei GP da ricordare il Sachsenring.
Non molti sanno però che il circuito tedesco, che con i suoi saliscendi è davvero un piacere non solo per chi guarda le gare ma anche per i piloti che ci corrono, è tra i più apprezzati al mondo. E che a spingere affinchè si corresse qui è stato un certo Rolf Uhlig, grande direttore sportivo dell’ADAC Sachsen, scomparso in questi giorni all’età di 83 anni.
MotoGP: Uhlig, il “protettore” del Sachsenring
“Senza Rolf Uhlig, non ci sarebbe mai stato un ritorno del Motomondiale al Sachsenring“, ha spiegato Ralph Bohnhorst, direttore generale dell’Arena Oschersleben e steward della FIM MotoGP. E ha perfettamente ragione. Anche perché la storia della Germania con i GP di motociclismo non è mai stata fortunata, a dire il vero.
Dopo i fallimenti di Hockenheim e Nürburgring in termini di pubblico, sembrava che il mondo delle due ruote potesse finire ai margini del Motomondiale. E invece fu Uhlig a battersi con tenacia per assicurarsi che una gara del Campionato del Mondo si svolgesse in Sassonia. Fu il 1998 quando si tornò a correre qui, esattamente 26 anni dall’ultima volta. A dire il vero non era molto famosa tra i piloti, anzi. Addirittura il cinque volte campione del mondo della 500, Mick Doohan, la definì una “pista di Topolino” perché inizialmente non era nemmeno della lunghezza minima di 3,5 km e consentiva a malapena una velocità massima di 200 km/h.
Negli anni però l’ADAC, in qualità di promotore del GP, non solo è intervenuta sul tracciato, ma ha anche reso l’evento del Sachsenring un enorme successo di pubblico, con oltre 200 mila spettatori nei weekend di gara. Il che lo rende addirittura l’evento più seguito in tutto il Paese. Tutto questo non senza enormi sacrifici e problemi, soprattutto sul lato finanziario. Infatti il Sachsenring non è un circuito permanente e la sola manutenzione delle tribune costringe gli organizzatori ogni anno a sborsare non meno di 600 mila euro.
Qui al Sachsenring hanno vinto campioni del calibro di Valentino Rossi, Dani Pedrosa, ma anche Marc Marquez. Per lo spagnolo l’ultimo trionfo proprio un anno fa, ed è stato uno dei più emozionati della sua carriera, perché il primo dopo il lungo infortunio alla spalla che lo aveva tenuto fuori per tutto il 2020 e ne aveva messo a rischio la carriera.
Grazie alla forza di Uhilig, l’organizzazione del GP ha anche finanziato negli anni il proprio team ADAC Sachsen, che conta più di 800 mila membri (numeri davvero da record) nel Campionato del mondo 125. Ma l’ADAC Sachsen, grazie sempre a Uhlig, ha supportato anche i motociclisti di enduro Markus Kehr e Derrick Görner. E sempre Rolf ha contribuito al successo dell’ADAC Sachsenring Classic, un evento unico che ha visto nel corso delle sue edizioni partecipare tante stelle del GP del passato.