La Red Bull lascia l’Australia con un secondo posto per Perez ed un ritiro per Verstappen. Helmut Marko non accetta la realtà dei fatti.
Una vera e propria caporetto. Così si potrebbe definire il Gran Premio d’Australia della Red Bull, che conta un altro ritiro con Max Verstappen, che già in Bahrain era stato costretto ad alzare bandiera bianca assieme a Sergio Perez. Il messicano ha salvato l’onore della sua squadra, chiudendo al secondo posto dopo una lunga lotta con le Mercedes di George Russell e Lewis Hamilton.
Il team di Milton Keynes lascia Melbourne con tre grandi problematiche: la prima è legata all’affidabilità, con il guasto che ha colpito il campione del mondo che dovrebbe essere stato causato da una perdita idraulica. La seconda riguarda il passo, che era in media di circa mezzo secondo al giro più lento rispetto a quello della Ferrari di Charles Leclerc.
Non lascia tranquilli in casa Red Bull neanche il gap in classifica, che dopo tre gare inizia a farsi molto pesante. Leclerc è in fuga con 71 punti su 78 disponibili, seguito da Russell che si è preso il secondo posto scavalcando sia Verstappen che Carlos Sainz. Il britannio accusa però 34 lunghezze di ritardo dal monegasco, mentre la prima monoposto di Milton Keynes è quella di Perez che è quarta a 30 punti.
Il messicano si è portato a -3 da Sainz, ma è a -41 dal leader del mondiale. Sale a 46 punti il gap di Verstappen, che ha quasi due gare da recuperare nei confronti del grande rivale. Nel costruttori, la Rossa perde un punto sulla Mercedes, che resta comunque a -39 sul 104 a 65.
Il team di Brackley può sorridere, visto che, nonostante una monoposto molto deficitaria, ha rimesso 10 punti di vantaggio sugli anglo-austriaci. Questo dato deve far molto riflettere l’entourage diretto da Christian Horner, che ora deve recuperare ben 49 lunghezze sulla dominante Scuderia modenese.
La Red Bull torna a casa dopo le prime tre trasferte con un pugno di mosche in mano. La vittoria di Max Verstappen in Arabia Saudita non basta a salvare il bilancio degli anglo-austriaci, che ora dovranno sudare e non poco per cercare di rimettersi in carreggiata. Ad Imola arriverà un grande pacchetto di aggiornamenti, nella speranza di colmare il gap, ma l’affidabilità potrebbe restare un guaio difficile da risolvere.
A fine gara, il Super-consulente della Red Bull, Helmut Marko, ha commentato la debacle australiana, rifiutando di confermare che la sua squadra soffra di evidenti problematiche legate all’affidabilità. A fine gara, l’ex pilota è stato intervistato da Erik van Haren di “Telesport“, a cui ha raccontato la sua visione della situazione attuale.
“Non esiste alcun problema di affidabilità. Il motore della nostra RB18 non ha nulla che non va, sospettiamo che quello avuto da Verstappen sia un problema legato alla pompa del carburante. Adesso sono molto teso per quello che sta accadendo. Mi preoccupa soprattutto il ritmo della Ferrari, che oggi si sono dimostrate imprendibili“.
Poche ore fa, Marko aveva data per spacciata la F1-75 sul passo gara, a causa di un porpoising troppo evidente che si è effettivamente confermato anche oggi. Tuttavia, questa problematica non ha minimante messo i bastoni fra le ruote a Charles Leclerc ed alla Ferrari, che hanno praticamente passeggiato.
La Red Bull deve riflettere sulla gestione di gara del monegasco, che ha piazzato il giro veloce all’ultimo giro, rifilando oltre venti secondo di distacco a Sergio Perez. Adesso, la situazione si fa davvero preoccupante per il team di Milton Keynes, che oltre al distacco in classifica deve recuperare anche sul fronte delle prestazioni e dell’affidabilità. Ad Imola, Verstappen e soci devono vincere, altrimenti per il mondiale sarà molto dura.
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