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Motomondiale

Jack Miller, un podio per salvarsi il posto in Ducati? Non sarà semplice

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Oscar Slaifer

Il terzo posto ad Austin non ha bloccato le voci su un possibile addio alla Ducati di Miller. La concorrenza è davvero tanta.

Andare in fuga con pochi compagni è sempre un rischio. Jack Miller ad Austin lo ha corso questo pericolo e alla fine ha portato “solo” un terzo posto, dopo una gara comunque molto positiva. Ha condotto in lungo e in largo, dettando il passo del gruppo, senza che qualcuno realmente lo riuscisse ad insidiare. Ha dato gli strappi giusti quando doveva, soprattutto a 10 giri dal termine, quando c’era da fare selezione. Poi però a lui e alla sua Ducati GP22 è mancato ancora una volta quel guizzo decisivo per fare la differenza.

Jack Miller (foto Ansa)

Alla fine però l’australiano della Rossa si è detto soddisfatto della prova nel GP delle Americhe. Segno proprio che di più questa moto, per ora, non può fare. E neanche lui. Ma rimane sempre sotto esame.

Miller e lo spettro della bocciatura

E’ dal finale della scorsa stagione che Miller vive sotto costante pressione. Colpa di un campionato decisamente positivo del compagno di box Pecco Bagnaia, capace di recuperare Fabio Quartararo e insidiarlo fino alla fine per la conquista dello scettro della MotoGP. Lui, che partita con i gradi di capitano, o almeno era quello che diceva alla stampa, invece li ha persi strada facendo, e in maniera quasi sorprendente.

Dopo un inizio non emozionante, tra Jerez e Le Mans Miller aveva dato la svolta alla sua stagione con due successi di fila, che avevano fatto gridare al nuovo miracolo australiano sulla Ducati. Sì perché il numero 43 aveva subito scomodato paragoni forti, con quel Casey Stoner, anche lui proveniente dalla terra dei canguri, da cui doveva ricevere lo scettro ideale di campione su una Rossa. Poi però il giocattolo si è rotto, colpa anche di un Pecco in formato “gigante” che ha messo in crisi le certezze di Miller, che da quasi metà stagione in poi è incappato in errori e gare incolori.

Tutto questo ovviamente non ha fatto altro che alimentare le voci di una sua mancata riconferma nel team ufficiale Ducati in chiave 2023. E le parole di alcuni membri importanti del box, che non hanno nascosto la loro delusione per la stagione dell’australiano, non hanno contribuito a rendere il clima sereno attorno al pilota. A guardare i numeri, quello di Miller non è un inizio folgorante ma quantomeno uno dei migliori da quando è approdato in MotoGP nel 2015, dopo un salto doppio di categoria. Un ritiro in Qatar, poi un 4° e un 14° posto prima della terza piazza di Austin. Nel 2021 proprio alla quarta gara, a Jerez, arrivò la vittoria, ma prima il percorso aveva visto due noni posti in Qatar e un ritiro a Portimao. Per il resto Miller aveva anche fatto peggio.

Da Ducati non ho avuto alcun segnale sul rinnovo di contratto. Ma che cosa devo fare?”, aveva detto proprio alla vigilia del GP americano Miller, che aveva ammesso come l’unica strada da percorrere fosse quella di fare meglio. Ma non aveva esitato a sottolineare come il silenzio da parte dei vertici della Rossa facesse male. “So bene che dietro questo posto c’è un sacco di politica”, aveva sottolineato l’australiano, che poi però aveva chiuso dicendo: “So che molte persone mi gireranno le spalle e non è un problema trovare un lavoro. Non sono un prosciutto“.

La verità è che la Ducati si sta guardando intorno da tempo. Per questo i rapporti con Miller si sono raffreddati. Pronti a sfilargli il posto ci sono Jorge Martin, talento emergente in casa Ducati che tanto bene sta facendo col team Pramac, ma anche quell’Enea Bastianini definitivamente esploso con la GP21 gestita dal team Gresini quest’anno. Per non parlare delle opzioni Pedro Acosta, Marc Marquez e Fabio Quartararo sempre sullo sfondo, ma che per ora rimangono solo ipotesi da fantamercato. Dunque la concorrenza è forte, ma il pilota della Rossa ha un solo modo per difendersi: attaccare in pista e portare a casa risultati. O sarà davvero game over. Almeno in Ducati ufficiale.

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Oscar Slaifer

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