Partenza sprint della Ferrari in questo 2022, che ha già distanziato la concorrenza. E spulciano i dati, una Rossa così mancava da tanti anni.
Due vittorie su tre gare. Ma anche due secondi e un terzo posto. Dopo due anni di buio, la Ferrari nel 2022 è tornata a rivedere la luce. E lo ha fatto prendendosi la scena intera, lasciando agli altri le briciole. Anche se, a dire il vero, la Red Bull comunque si è dimostrata, nelle mani di Max Verstappen e Sergio Perez, un cliente molto scomodo. Mattia Binotto e soci sognava un ritorno così, in grande stile, ma metterlo in pratica sembrava da folli. E invece è tutto vero.
La Rossa ha partorito una vettura competitiva, alla faccia di chi dopo i test aveva ancora forti perplessità. Ma i dubbi erano leciti. Già in altre occasioni si era vista una Ferrari scintillante o quantomeno promettente a inizio stagione, per poi essere smentiti amaramente nelle prime gara.
Una Ferrari così brillante non si vedeva da tempo
A Maranello hanno lavorato duramente fin dalle prime battute del 2021 sul progetto della F1-75, la vettura che doveva riportare il Cavallino Rampante ai piani alti. Tutto questo sacrificando in buona parte la stagione scorsa, chiusa comunque con il terzo posto in classifica costruttori dopo una bella lotta contro la McLaren.
Binotto aveva chiesto per la monoposto di quest’anno, la prima con i nuovi regolamenti, di osare, di pensare fuori dagli schemi. Per raggiungere non solo le vette toccate dai suoi rivali in precedenza, ma per andare oltre. Per batterli sin dal primo metro. E così, almeno per il momento, è stato. La Ferrari è la macchina più bilanciata del lotto, quella più facile da portare da subito al limite. I difetti? Pochi, ma migliorabili e a Maranello sanno già come metterci mano.
Si poteva pensare a un piccolo vantaggio rispetto alla concorrenza in questo inizio di stagione, ed è stato rispettato. Certo è che anche l’affidabilità sta creando un solco tra la Rossa e le altre. I numeri parlano chiaro: la Ferrari in tre gare ha già messo in cascina 104 punti, 39 in più della prima inseguitrice, la Mercedes che, nonostante le difficoltà, ha saputo approfittare dei ko della Red Bull, che dista invece dalla vetta 49 punti. In classifica piloti poi per ora non c’è storia, con Charles Leclerc autore di due vittorie e un secondo posto, che deve già amministrare un vantaggio su George Russell di 34 punti, mentre Max Verstappen e Lewis Hamilton sono a 46 e 43 punti.
Andando a spulciare le statistiche delle scorse stagioni, vediamo come per la Ferrari sia uno dei migliori inizi di stagione degli ultimi 20 anni. Nel 2019, ultimo anno di gloria, solo due terzi posti, poi tutti piazzamenti in top-5, ma nulla di più. Meglio era andata nel 2018, con Sebastian Vettel che aveva portato a casa, come adesso, due vittorie su tre e che con Kimi Raikkonen aveva fruttato alla Ferrari 84 punti, venti in meno di oggi, mentre nel 2017 i due nei primi tre appuntamenti avevano fatto anche meglio, raccogliendo 99 punti. Neanche nel 2010, anno in cui Fernando Alonso si giocò il titolo fino alla fine con Vettel, si fece meglio, perché la Rossa si fermò a quota 76.
Nell’anno dell’ultimo mondiale, il 2007, Raikkonen e Felipe Massa racimolarono qualcosa come 98 punti (calcolo effettuato con i nuovi punteggi, arrivati qualche anno dopo). Meglio è stato fatto solo nel 2004 da Michael Schumacher e Rubens Barrichello, che avrebbero messo in cascina con i nuovi calcoli 123 punti. E alla fine di quella stagione, con una macchina da record che vinse 13 gare su 18 mostrando una superiorità impressionante rispetto alle altre, Schumi conquistò il suo ultimo titolo iridato.
Il confronto con lo scorso anno poi è senza storia: 42 punti messi a referto nelle prime tre gare da Leclerc e Carlos Sainz Jr, che quest’anno senza l’uscita di pista in Australia avrebbe portato sicuramente un bottino decisamente importante alla Ferrari. Insomma alla Ferrari gongolano, anche vedendo questi numeri. Ma sanno perfettamente che siamo solo all’inizio e che tutto può accadere. Ma intanto concedetegli un po’ di sano orgoglio.