La Ferrari ha dominato il Gran Premio d’Australia, evidenziando una netta superiorità che non si era però vista nelle due tappe inaugurali.
Quello che hanno descritto le prime tre tappe del mondiale di F1 targato 2022 è uno scenario da sogno per la Ferrari ed i suoi tifosi, grazie alla strepitosa competitività della nuova monoposto. Il progetto, partito già nel corso di un terribile 2020, è partito con grande anticipo rispetto alla concorrenza, ed i risultati si stanno vedendo in questa primavera.
Un dominio così importante da parte dell Cavallino non viveva dai tempi di Michael Schumacher, con un vantaggio sulla Red Bull di Sergio Perez che al traguardo di Melbourne è stato pari ad oltre venti secondi. La buona notizia per la Scuderia modenese è arrivata anche dal secondo ritiro in tre appuntamenti di Max Verstappen, che in classifica è così crollato a -46, quasi due Gran Premi di ritardo dal ferrarista.
Charles Leclerc ha rafforzato il proprio primato dominando il Gran Premio d’Australia, salendo a quota 71 punti. Il primo inseguitore è ora George Russell, che ha ottenuto il primo vero podio della carriera dopo quello di Spa 2021, dove la gara non venne praticamente disputata. Il britannico è staccato di ben 34 lunghezze, il che significa che il monegasco lascerà sicuramente Imola da leader della classifica, anche se dovesse ritirarsi dal GP di casa della Ferrari.
La F1-75 è un missile terra-aria, e l’unica notizia negativa deriva dal ritiro di Carlos Sainz. Nel corso della terza tornata, è avvenuto il finimondo per Carlitos, che nel velocissimo cambio di direzione che apre l’ultimo settore, il figlio del due volte campione del mondo rally ha attaccatto all’esterno Mick, arrivando lungo a causa del poco grip sulla gomma e di un’eccesso di foga.
Sainz ha così tagliato sull’erba, perdendo il controllo della sua F1-75 ed andando ad insabbiarsi sull’altro lato della pista. Da quel momento in poi, per lui è stato impossibile il rientro sul tracciato, nonostante i diversi tentativi effettuati. Dai box gli hanno poi comunicato di spegnere la sua power unit.
Nelle prime due gare, tra Ferrari e Red Bull si era vissuta una sostanziale situazione di equilibrio. In Bahrain, Charles Leclerc aveva ottenuto un prestigioso hat-trick, facendo segnare la pole position, il giro veloce ed ottenendo la vittoria in gara. Tuttavia, prima del ritiro, la Red Bull di Max Verstappen non era troppo lontana, anche se difficilmente, negli ultimi giri, avrebbe potuto impensierire la F1-75.
In Arabia Saudita, pista dove la monoposto di Adrian Newey avrebbe dovuto dominare vista la grande efficienza aerodinamica utilissima nei lunghi rettilinei di Jeddah, l’equilibrio è stato totale. Solo una Virtual Safety Car nel finale ha permesso al campione del mondo di farsi sotto, sverniciando Leclerc ma battendolo per appena mezzo secondo.
In Australia, invece, la Ferrari non ha avuto rivali, e senza l’errore di Carlos Sainz staremmo parlando di un’altra doppietta. Charles, dal canto suo, ha portato a casa un Gran Chelem, restando in testa alla gara per tutti i 58 giri della sua distanza. Alla fine della corsa, il vantaggio sulla Red Bull di Sergio Perez è stato di quasi 21 secondi, ma dobbiamo calcolare che il GP è stato anche rallentato per ben due volte dalla Safety Car.
Questo significa che il messicano, in base allo studio dei dati, sarebbe finito ad oltre 40 secondi dal vincitore, una differenza impressionante. Allo stesso tempo, anche Verstappen avrebbe accusato un netto ritardo senza ritirarsi. Quando in pista è entrata per la seconda volta la vettura di sicurezza, il distacco dell’iridato era di 5”, ma anche qui c’è un’ulteriore analisi da svolgere.
L’olandese aveva ridotto il gap a questa distanza grazie ad una sosta anticipata di un paio di giri per l’eccessivo degrado della mescola Media, che lo aveva portato a circa dieci secondi di distanza dal leader. Al momento del ritiro, Super Max aveva subito nuovamente lo strappo di Leclerc, che in otto giri si era riguadagnato un margine di quasi sei secondi.
Tutto ciò ci fa pensare che, senza il ko tecnico, l’olandese avrebbe terminato la corsa con una ventina di secondi di ritardo dal vincitore come minimo, a testimonianza della netta superiorità del Cavallino. Tra le ipotesi, c’è anche la possibilità che la Rossa abbia leggermente aumentato la potenza della propria power unit rispetto ai primi due appuntamenti, ma non c’è nulla di certo.
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