Charles Leclerc è cresciuto tantissimo dal suo arrivo in Ferrari, apprendendo l’istinto killer di colui che non vuole cedere ai rivali.
Un Charles Leclerc assolutamente inarrestabile sta esaltando i tifosi della Ferrari, che per la prima volta dopo tanti anni sono tornati a credere nel sogno mondiale. Sembra incredibile pensare che la F1-75, in Australia, sia stata in grado di rifilare oltre venti secondi alla Red Bull di Sergio Perez ed alle Mercedes di George Russell e Lewis Hamilton, monoposto che lo scorso anno erano del tutto fuori portata.
Il Cavallino è pronto per sbarcare ad Imola, nel primo week-end stagionale in cui potremo goderci la Sprint Race al sabato. Questo significa che il format del fine settimana sarà diverso, con la giornata del venerdì che vedrà la disputa di una sola sessione di prove libere e delle qualifiche al pomeriggio.
Questo è il motivo per cui la Ferrari ha scelto di non portare particolari novità tecniche sulla F1-75 per Imola, ma anche la Mercedes ha deciso di seguire la stessa via. La Red Bull porterà un pacchetto volto a ridurre il peso dell’auto, anche se Christian Horner ha smentito Helmut Marko dicendo che non si tratterà di una rivoluzione vera e propria ma di qualche aggiustamento.
La RB18 infatti, è ben lungi dall’essere la macchina più veloce del lotto, come si è ben evidenziato in Australia. La Rossa, a Melbourne in particolare, aveva un passo del tutto diverso rispetto alla concorrenza, ed il distacco di oltre venti secondi che Leclerc ha rifilato a Perez ne è una conferma. Ad Imola si attende una riscossa, sulla pista dove lo scorso anno Verstappen spezzò la maledizione dell’Italia ottenendo il primo trionfo stagionale.
Il campione del mondo sta attraversando un momento molto difficile dal punto di vista psicologico, nella consapevolezza che Leclerc è in uno stato di grazia difficile da scalfire. La Ferrari ed il monegasco hanno tutte le intenzioni di continuare a stupire, sperando di allungare la serie positiva nella gara di casa.
Charles Leclerc ha sempre gareggiato con la pressione di dover dimostrare di essere il migliore, a causa di un talento smisurato che porta gli altri ad attendersi molto da lui. Questo lo sa bene Riccardo Ceccarelli, il medico dei piloti che da anni segue anche il monegasco.
In un’intervista concessa a “Il Foglio“, Ceccarelli ha raccontato alcuni aneddoti legati al leader del mondiale, ravvisando il lui una grande crescita: “L’ho conosciuto quando aveva 13 anni. Nicolas Todt ce lo ha portato presso il centro di formazione di Viareggio. Mi ha detto che questo ragazzo aveva un grande talento, era molto veloce nei kart e che voleva sapere se era anche mentalmente abbastanza forte per diventare un campione. Charles poi è rimasto con noi per tre giorni, da solo in hotel. Ha subito ha mostrato di essere più maturo degli altri bambini della sua età”
Durante i giorni in cui Leclerc rimase al centro di addestramento, gli furono affidati numerosi test da completare. Ceccarelli spiega quanto sia stato impressionante il giovane pilota fin dal primo momento. “Il test consisteva in cinque parti, dopo le quali potevamo stilare un punteggio. Tempo di reazione, concentrazione, consapevolezza spaziale, memoria e coordinazione. I piloti dovevano sostenere i test dietro un computer, dove potevano premere due pulsanti“.
“Tuttavia, non è stato facile raggiungere il numero massimo di punti per parte, per non parlare di completare perfettamente il test nel suo insieme. Era quasi impossibile. Charles alla fine ha ottenuto 24 punti su 25. È come fare cinque settori perfetti in F1. Potevi ottenere un massimo di cinque punti per ogni parte“.
Riguardo alla sua crescita come pilota, Ceccarelli ha aggiunto: “Hai visto in quel momento che Leclerc ha lottato per tenere sotto controllo le sue emozioni. Era come un potente motore in un’auto, ma senza controllo di trazione. Poi diventa difficile tenere sotto controllo tutta quella potenza. Ad esempio, ha spesso combattuto duramente con Max Verstappen sui kart, ma non è stato in grado di controllare la sua rabbia dopo il traguardo e spesso sono venuti a contatto. Quello era davvero il suo punto debole in quel momento, ma ci abbiamo lavorato sodo e penso che si possano vedere i risultati ora“.
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