La Ferrari F1-75 può vantare un telaio inarrivabile ed una power unit potente ed affidabile. Ecco a quanto ammonta il gap sui rivali.
In casa Ferrari c’è di che sorridere visto il grande potenziale evidenziato dalla F1-75, che sin dai primi test di Barcellona aveva fatto sognare in grande. Quanto visto nelle prove invernali del Bahrain aveva però fatto regredire leggermente l’entusiasmo, dal momento che la Red Bull era apparsa come la grande favorita, sia in termini di velocità pura sul giro secco che nel passo gara.
Dopo anni di delusioni e proclami al termine dei test, a Maranello si sono fatti bene i conti in tasca, ed il Gran Premio del Bahrain lo ha dimostrato alla grande. Charles Leclerc ha conquistato pole position, giro più veloce e vittoria, con Carlos Sainz secondo a completare una trionfale doppietta.
A Jeddah, il monegasco ha sfiorato un altro successo, venendo battuto per mezzo secondo da Max Verstappen su una pista completamente favorevole alle Red Bull. La Ferrari è tornata davanti in Australia, dove non ce n’è mai stato per nessuno. Il Cavallino, stando a quanto dicono le indiscrezioni, avrebbe alzato di circa 5 cavalli la potenza della power unit, abbassando invece l’altezza da terra della F1-75.
Questo è confermato dall’estremo porpoising visto a Melbourne, che nelle prime gare invece non si era notato. A questo punto viene da pensare che la Rossa prediliga un assetto più estremo, nella consapevolezza che il saltellamento non inficia sulle prestazioni. Ad Imola dovrebbero arrivare dei piccoli correttivi per limitare questo fenomeno, su una pista che, sulla carta, si sposa benissimo con le caratteristiche del missile rosso.
Tra i punti di forza di questa monoposto c’è anche una power unit estremamente performante, dotata di una curva di potenza e di una coppia che fa invidia a tutti gli altri motoristi. Al momento, la Honda sembra essere la seconda forza in campo, con Mercedes e Renault più staccata, e non di così poco come si potrebbe pensare.
Ferrari, 10 cavalli in più rispetto a Mercedes e Renault
La Ferrari ha presentato quest’anno la nuova power unit, la 066/7, la prima della famiglia Superfast. Dopo due anni d’inferno, con una potenza nettamente inferiore alla concorrenza a seguito dell’accordo segreto stilato tra Mattia Binotto e la FIA, il Cavallino si è ripreso quanto aveva perso alla fine del 2019, tornando davanti a tutti a livello motoristico.
Il quotidiano sportivo spagnolo “AS” ha riportato alcune indiscrezioni, secondo le quali l’Alpine, che monta propulsori Renault, avrebbe chiuso il gap dalla Mercedes sul fronte della potenza massima. Il ritardo di queste due forze rispetto alla Ferrari è quantificabile in circa 10 cavalli, con la Honda molto vicina alla power unit di Maranello.
Le velocità di punta non devono ingannare, ed ora vi spiegheremo il perché. A Melbourne, la Red Bull di Sergio Perez è stata la più veloce con 322 km/h, stessa speed trap toccata da Fernando Alonso e dalla sua Alpine. La monoposto del team di Enstone, per raggiungere un dato così elevato, era però molto scarica aerodinamicamente, perdendo infatti molto nell’ultimo settore.
A dispetto di una power unit al top, la F1-75 è una delle vetture più lente sugli allunghi, ma questo si spiega sempre nell’ordine delle scelte aerodinamiche. Il Cavallino ha la miglior vettura nelle curve, essendo dotata di tanto carico aerodinamico che le fornisce un grosso vantaggio nella gestione delle gomme.
La Red Bull ha puntato sull’efficienza aerodinamica, ma questa scelta non sta pagando del tutto viste le minori performance nei tratti misti ed il graining venutosi a creare in Australia. Ricordiamo che la Rossa non ha ancora tirato fuori tutta la propria potenza, e che il grande aiuto della power unit lo sfrutta nella coppia, che le fornisce una trazione inarrivabile per tutte le avversarie.