Brutta tegola per la Ferrari. La Casa italiana ha conferma la presenza di problemi su alcuni dei suoi veicoli. Auto ritirate.
In un periodo decisamente positivo nel campo delle competizioni per la Ferrari, arriva la mazzata per quanto concerne le vetture da strada. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno direttamente dall’Asia e riguarda il ritiro obbligato di un numero importante di auto. Il motivo è legato ad una défaillance tecnica di peso.
Se la pandemia e la guerra tra Russia e Ucraina non fossero abbastanza a creare preoccupazioni, a Maranello è giunta una cattiva novella. 2.200 dei suoi modelli venduti nel Paese del Sol Levante dovranno essere riportate in fabbrica a seguito di problemi ai freni.
Ferrari ritirate: cosa è successo in Cina
Diffusa dall’autorità cinese e fatta rimbalzare ovunque dall’agenzia di stampa Bloomberg, è stata confermata dalla stessa Casa modenese.
Come si apprende dalla nota ufficiale “i veicoli in questione potrebbero potenzialmente aumentare il rischio di perdite di liquido dei freni, con conseguente riduzione delle prestazioni di rallentamento o guasti, in quanto il tappo del serbatoio del liquido non garantisce la ventilazione adeguata per mantenere la pressione atmosferica interna“.
Il documento presente sul sito della State Administration for Market Regulation specifica anche le date del rientro delle macchine sportive. Si partirà dal 30 maggio per quanto concerne le vetture prodotte tra il 2 marzo 2010 e il 12 marzo 2019 (458 Speciale A, 458 Italia, 458 Speciale, 458 Spider, 488 Spider e 488 GTB).
Stando al report la Ferrari International Trading di Shanghai Co., Ltd. sostituirà, senza richiesta di pagamento, il tappo del serbatoio, ovvero la parte “incriminata” e riprogrammerà la strumentazione per aggiornare il messaggio di avviso quando il livello del liquido dei freni è scarso.
Come sempre avviene in questi casi la Borsa si è fatta subito sentire. Poco prima delle 13:00, ossia non appena dall’Italia è stata notificata la veridicità dell’indiscrezione, il Titolo ha subito un contraccolpo. A Piazza Affari, il Cavallino, come l’intero comparto automobilistico del Vecchio Continente, ha perso il 2,99%, a 198,10 euro.
Immediata la reazione negativa in Borsa: il titolo poco prima delle 13.00 e subito dopo l’annuncio del guasto ai freni, confermato anche da Maranello, perde il 2,99% a 198,10 euro. Il listino Ftse Mib è invece in calo dell’1,4%.