La Benetton B192 di Michael Schumacher finisce all’asta. Con questa monoposto, il tedesco ottenne la sua prima vittoria in carriera.
Michael Schumacher sta lottando per la propria vita da ormai quasi nove anni, da quel 29 dicembre del 2013 che ne cambiò per sempre l’esistenza. Tuttavia, un personaggio del suo calibro resterà per sempre nel cuore dei tifosi, per quello che ha dato alla Ferrari ed a tutto il mondo della F1.
Il Cavallino, prima dell’arrivo del tedesco, era divenuto un semplice comprimario, ben lontano dai trionfi di Niki Lauda, di Jody Scheckter e di Gilles Villeneuve. Luca Cordero di Montezemolo e Jean Todt, chiamati a Maranello per risollevare la Scuderia modenese, ebbero l’intuizione di affidarsi a lui, e la storia gli avrebbe dato ragione.
La fantastica epopea di Michael Schumacher alla Ferrari fruttò cinque titoli mondiali piloti consecutivi e sei costruttori, record che solo la Mercedes schiacciasassi dell’era ibrida è riuscita a battere, con dei regolamenti ancora oggi molto discussi e che, di fatto, l’hanno resa invincibile per fin troppi anni.
Tornando al Kaiser di Kerpen, c’è da dire che la sua leggenda iniziò ben prima di quell’8 ottobre 2000, quando cancellò 21 anni di digiuno Ferrari in quel magico Gran Premio del Giappone. Il suo debuttò avvenne nel 1991, in Belgio, al volante della modesta Jordan che riuscì a portare sino ad un fantastico settimo tempo in qualifica. La gara, tuttavia, durò poche curve, a causa di un guasto alla frizione che lo costrinse al ritiro immediato.
Quello che aveva fatto nelle prove del sabato bastò a Flavio Briatore, che riuscì a strapparlo ad Eddie Jordan facendolo debuttare sulla sua Benetton sin dalla gara successiva, a Monza. Soltanto un anno più tardi, nel 1992, i tempi furono maturi per la prima vittoria, ottenuta proprio a Spa-Francorchamps.
Con la Benetton, Michael vinse i suoi primi due titoli mondiali, nel biennio 1994-1995, ponendo fine alla dittatura della Williams-Renault. Schumacher umiliò in diverse occasioni Damon Hill, e le sue imprese convinsero la Ferrari ad ingaggiarlo per il 1996. Da quel momento in poi, la storia sarebbe cambiata inevitabilmente.
Come abbiamo anticipato, la prima Benetton di Michael Schumacher fu quella della parte finale del 1991, ma non arrivarono vittorie o risultati così clamorosi. La storia cambiò nel 1992, grazie al talento del tedesco ed alla B192. Con quella monoposto, il Kaiser di Kerpen chiuse terzo nel mondiale con 53 punti, a sole 3 lunghezze dall’imprendibile Williams-Renault di Riccardo Patrese, ben più lontano da quella del campione del mondo Nigel Mansell.
La giornata più magica fu sicuramente il 30 agosto di quell’anno, quando Michael Schumacher vinse la sua prima gara in carriera, al Gran Premio del Belgio. Oggi, a 30 anni di distanza da quell’impresa, questa monoposto è finita all’asta. L’auto di cui si parla è dotata del telaio 06, che debuttò il 12 luglio 1992 al Gran Premio di Silverstone, la nona gara della stagione. Non ha ottenuto il podio, ma dopo essere stato quarto in qualifica ha chiuso nella stessa posizione dietro all’altra Benetton, quella guidata da Martin Brundle.
Dopo la vittoria di Spa, l‘ultimo risultato degno di nota per questa particolare vettura è stato il 13 settembre, con un altro terzo posto dietro ad Ayrton Senna e Martin Brundle. In realtà, è stato un grande successo se si tiene conto che Schumacher ha commesso un errore in partenza (innestando una marcia sbagliata) e alla prima chicane ha urtato una Ligier, per la quale è dovuto rientrare ai box per cambiare il muso anteriore.
Gautier Rossignol, responsabile delle aste auto di Aguttes, sottolinea che “questa Benetton B192-06 è eccezionale sotto molti aspetti, è l’auto di F1 che ha permesso a Michael Schumacher di emanciparsi prima di affermarsi come uno dei più grandi campioni del mondo di F1. Non c’è dubbio che ogni macchina di F1 che gli è passata per le sue mani ha quell’anima in più che fa di un’auto da corsa un’icona“. Il prezzo stimato è compreso tra i 900 mila euro ed 1,2 milioni di euro.
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