Perché il fortissimo pilota di MotoGP, Fabio Quartararo è detto proprio ‘El Diablo’? Non tutti conoscono il retroscena.
Lui è nato a Nizza, ma è di origini italiane. Ed è sicuramente per questo, che il nome di Quartararo, pilota Yamaha, è Fabio, certo, non tipicamente francese. Ma come quasi tutti i piloti che si rispettino, anche il ragazzo classe ’99 si porta dietro un soprannome. Chi glielo avrà affibbiato?
Probabilmente, sarà per la sua aggressività alla guida, che è quello il suo nomignolo, che gli vale anche delle corna sullo ‘0’ del suo numero 20. Una grafica che la dice lunga, su quanto Fabio Quartararo sia legato a questo secondo nome. Ormai infatti, il soprannome è così diffuso che anche i cronisti, spesso lo chiamano “El Diablo Quartararo”, un po’ come quando tutti sono abituati a parlare di “Pecco Bagnaia”, che però un nome lo ha, ed è Francesco.
Certamente, l’appellativo di diavoletto, qualunque sia il motivo, il buon Fabio se lo è meritato. Campione del mondo a soli 22 anni, stargli dietro è difficile almeno quanto levarselo di torno, quando è lui a dover sorpassare. Il ragazzo prodigio, primo campione del mondo nato in Francia, per la classe regina, è davvero uno dei più forti della nuova generazione, ed in Portogallo, lo scorso week-end, ci ha dato la dimostrazione esatta di questo aspetto. Dopo le prime quattro Gare, tutte a punti, ma dove aveva al massimo fatto secondo, ecco la vittoria di Portimao a zittire tutti.
A proposito di prima vittoria stagionale, piccola digressione: questo non lo avvicina di più alla Yamaha per un eventuale rinnovo. Almeno per adesso, è questo ciò che viene fuori dai paddock. Ma lo avvicina, invece, alle parti alte della Classifica Piloti. Potrebbe voler dire a fine stagione, che magari Quartararo potrebbe lasciare la sua scuderia, con cui però avrebbe vinto gli ultimi due Mondiali. Paradossale, ma potrebbe accadere, anche se adesso è presto per pensarci.
Ma eravamo tutti vogliosi di capire perché quel soprannome. Bene, andiamo prima con una premessa: deriva da un oggetto portato in pista, ma glielo diedero in un campo di calcio. Proprio così, perché il nizzardo, gran tifoso della Juventus, ci giocava con gli amici, da bambino. Ecco cosa ha spiegato ai media. Guardate da quanto tempo si porta dietro quel nomignolo.
“Il mio soprannome? – spiega il pilota alle telecamere – Beh, in una delle mie prime corse, avrò avuto sei o sette anni, avevo un diavoletto sul casco. Ma a quel tempo dopo le garette andavamo a giocare a calcio con gli altri ragazzini e per via di quel diavoletto iniziarono a chiamarmi con quel soprannome. E mi è rimasto addosso, ci sono affezionato”.
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