Il collaudatore KTM Dani Pedrosa ripercorre alcuni ricordi del Motomondiale e svela chi sia il rivale che più ha ammirato.
Dani Pedrosa prosegue la sua importante collaborazione con KTM, ha contribuito allo sviluppo della RC16 e continua a farlo in maniera impeccabile come pochi saprebbero fare. Ma dal 2022 ha intrapreso anche una nuova avventura sulle quattro ruote, partecipando ad alcune gare del Lamborghini Super Trofeo con il Team FFF, magari con l’obiettivo di intensificare questo impegno non appena sarà possibile intrecciare il calendario con gli impegni in MotoGP.
Nella prima gara a Imola si è ritrovato Valentino Rossi, impegnato nel GT WCE, come vicino di box: “Per il mio esordio in auto hanno pensato di farmi trovare Valentino Rossi, così da non farmi sentire disorientato”, racconta il pilota di Sabadell a ‘Motosprint’. Rispetto al Motomondiale ha scoperto un mondo molto distante dalla MotoGP, “per la prima volta ho comunicato con il box durante una corsa”. E il compagno di squadra è un alleato importante, non più il primo rivale da battere.
Pedrosa e il suo idolo MotoGP
L’attenzione è però rivolta al suo ruolo di collaudatore KTM, la vittoria di Miguel Oliveira in Indonesia è in parte anche merito suo: “Abbiamo visto un grande miglioramento, se pensiamo da dove eravamo partiti”. I piloti di nuova generazione destano la sua attenzione di grande esperto, ma il punto di riferimento in pista non cambia: “Ci sono buoni piloti tra i ‘nuovi’, ma Marc Marquez è ancora un riferimento”. Dopo l’infortunio di Mandalika si sono sentiti: “Ma non abbiamo approfondito perché lavoriamo per due costruttori rivali… La vista è una cosa delicata, per la carriera e per il futuro”.
Dani Pedrosa è apparso come un pilota abbastanza timido e introverso, nella realtà è molto più espansivo. E ricorda gli anni d’oro di Valentino Rossi quando calamitava l’attenzione del paddock… “Quando c’è troppa gente intorno a me non mi sento a mio agio. Quando Valentino era il riferimento nella classe MotoGP se non eri come lui non eri ben visto e la gente non era neppure interessata a te. Discorso valido per me e per Casey Stoner che era molto introverso. Ora molto è cambiato, ci sono piloti dal carattere diverso ma sono tutti ben accolti”.
Quando gli viene chiesto chi avrebbe vinto, a parità di moto, tra Stoner, Marquez, Rossi, Lorenzo e Pedrosa, la risposta non è per niente semplice, ma è meditata. “Stoner per il livello di guida, Marc a livello di testa, è stato bravo a sviluppare lo stile di guida estremo… Ma posso affermare che Stoner mi ha aperto gli occhi con la sua guida”.