Il mondo della MotoGP è sotto shock per l’annuncio del ritiro della Suzuki. La Dorna non ha fatto attendere la propria risposta quest’oggi.
Un fulmine a ciel sereno. Non si può descrivere in altre parole il repentino addio della Suzuki alla MotoGP, che è trapelato nella giornata di ieri in quel di Jerez de la Frontera. I piloti erano impegnati in una giornata di test successiva al Gran Premio di Spagna, quando autorevoli giornalisti come Simon Patterson della testata “the-Race.com” e Mat Oxley di “Motorsport-magazine” hanno annunciato la notizia.
Nessuno poteva crederci e per diversi motivi. In primis, la Suzuki ha vinto un mondiale due anni con Joan Mir, frutto dello splendido lavoro di Davide Brivio che in pochi anni ha portato al top un team che era rientrato nel 2015 dopo l’abbandono di fine 2011. Il potenziale della moto è molto alto, come conferma il terzo posto in graduatoria generale di Alex Rins (con 69 punti a parità di Enea Bastianini), ed un futuro che appariva roseo.
Durante l’inverno e con le prime gare, avevamo lodato il lavoro della Suzuki, che a livello motoristico ha praticamente annullato il gap dalla Ducati. La mentalità giapponese, ancora una volta, ha lasciato tutti di stucco. Tra 2008 e 2009, Honda e Toyota lasciarono improvvisamente la F1, e la casa di Sakura ha ripetuto la stessa azione lo scorso anno.
Dopo essere rientrata come motorista nel 2015, la Honda aveva vissuto un periodo terribile con la McLaren, ma è rinata in partnership con la Red Bull. Il tutto è confluito nel titolo mondiale piloti di Max Verstappen, ma si è trattato dell’ultima gioia prima dell’addio definitivo avvenuto pochi mesi fa.
Adesso, la storia si è ripetuta nel Motomondiale con la Suzuki, pochi mesi dopo l’annuncio di Livio Suppo come nuovo team manager. Per quanto riguarda i piloti, è probabile che Mir vada verso la Honda, mentre per Rins la situazione è più complessa. Lo spagnolo potrebbe accasarsi in Ducati o Yamaha, ma soltanto in team clienti.
Nelle ultime ore, la Dorna ha rilasciato un duro comunicato contro l’abbandono della Suzuki alla MotoGP, concentrandosi sugli aspetti contrattuali. Anche gli organizzatori del Motomondiale si sono concessi il beneficio del dubbio, visto che dalla casa giapponese non è ancora arrivata l’ufficialità della decisione presa.
“In seguito alle recenti indiscrezioni relative all’addio della Suzuki alla MotoGP alla fine del 2022, Dorna Sports ha contattato ufficialmente la casa giapponese per ricordare che le condizioni del loro contratto per correre in MotoGP non consentono loro di prendere questa decisione unilateralmente. Se sarà trovato un accordo tra le parti sarà la Dorna a decidere nel 2023 quale sarà il numero di case e piloti ideale iscritti al campionato”.
“Diverse case costruttrici o realtà indipendenti hanno dimostrato l’intenzione di entrare a par parte del campionato da noi organizzato dato che questo sport continua a essere un esempio globale di competizione serrata, innovazione e divertimento, raggiungendo centinaia di milioni di tifosi in ogni angolo del mondo“.
Quella della Dorna è una durissima ma giustificata presa di posizione, visto che l’addio della Suzuki ha deluso migliaia di fan. La casa giapponese resterà così fuori dalla top class, dalla Superbike e dal Motocross, restando in corsa solo nel mondiale endurance. Una notizia che non ci voleva per tutto il mondo delle due ruote.
Brutto guaio anche per gli stessi organizzatori, visto che quella che ha deciso di dire addio era una casa molto importante e con un progetto valido. Al via ci sono già tantissime Ducati, ma è possibile che in sostituzione della Suzuki vedremo altre Desmosedici, o magari qualche Yamaha ma sempre gestite da team indipendenti. Le prossime ore potrebbero risultare cruciali.
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