Un terribile lutto ha sconvolto in queste ore il circus della F1. Uno dei piloti più amati del passato infatti è venuto a mancare.
Lo chiamavano “il dentista volante” per il lavoro del padre, ma Tony Brooks è stato molto di più. Poco amante della ribalta, ma dotato di un piede pesantissimo, passerà alla storia per essere stato un pilota veloce e pulito. Queste sue doti gli consentiranno di aggiudicarsi 6 corse, salire sul podio in 10 occasioni, firmare 3 pole e addirittura concludere la stagione 1959 alle spalle soltanto di Jack Brabham.
Protagonista di un un’epoca severa dell’automobilismo che non concedeva margini d’errore e soprattutto disponeva di vetture poco affidabili e sicure fu in grado di scampare a due grandi incidenti a Silverstone e Le Mans. Episodi che lo portarono a cambiare approccio.
Il campionato che lo vide vice-iridato era appena passato alla Ferrari e con lei lasciò il segno in Francia e in Germania, terminando il piazza d’onore il prestigioso round di Monaco. Malgrado alcuni ko, in quell’occasione arrivo a giocarsi il titolo all’ultimo appuntamento in programma a Sebring, ma nel giro d’apertura venne colpito dal compagno di squadra Wolfgang von Trips. Riuscito a rientrare giunse alla bandiera a scacchi al terzo posto. Non abbastanza da battere colui che sarebbe diventato uno dei più celebri driver-costruttori.
Curiosamente in quel gran premio, l’australiano rimase senza benzina e fu costretto a spingere la sua monoposto al traguardo tagliandolo soltanto per quarto.
Nato il 25 febbraio 1932 a Dukinfield, nel Cheshire, cominciò a competere da amatore nel 1952, prima di fare il salto di qualità all’Aston Martin nel 1954. Nel 1955 proprio mentre stava concludendo gli studi dentistici per proseguire la carriera di famiglia, venne chiamato dal team Connaught per prendere parte al GP di Siracusa che poi vinse.
Da lì il passaggio alla Vanwall al fianco di Stirling Moss e Stuart Lewis-Evans, con cui ottenne successi importanti a Spa, al Nürburgring nella 1000 km e a Monza. Proprio il sigillo nell’evento tedesco rimase nel cuore del britannico per quel sorpasso decisivo ai danni delle Rosse di Mike Hawthorn e Peter Collins.
Per uno scherzo del destino sarà proprio con il Cavallino che Brooks otterrà più gioie. Nel 1961, però, a causa dell’introduzione della trazione posteriore che non riusciva ad andargli a genio, optò per il ritiro.
Definito da Moss come “migliore di molti altri che avevano vinto più di lui”, il CEO della F! Stefano Domenicali, appreso della sua morta avvenuta a Londra all’età di 90 anni ha scritto: “Ha fatto parte di quel gruppo di corridori speciali che sono stati pionieri e capaci di alzare l’asticella in un’era di grande rischio“.
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