Enea Bastianini è in lotta per il titolo in MotoGP. Dopo anni però è tornato su una decisione che ha inciso sulla sua carriera.
All’apertura stagionale in Qatar Enea Bastianini aveva emozionato tutti, perché al contrario di qualsiasi aspettativa, era stato in grado di portare al successo il Gresini Racing Team, per la prima volta in veste ufficiale in MotoGP.
Il 24enne non poteva infatti onorare in maniera migliore la memoria di Fausto, e ugualmente non poteva ripagare meglio la moglie del compianto manager Nadia che, con coraggio si è caricata sulle spalle oneri e onori di un’eredità pesante.
“È stato un giorno magico per tutta la squadra“, ricorda a Motorsport.com il riminese, capace poi di bissare in Texas.
L’ironia della sorte ha voluto che la sua prima vittoria nella top class arrivasse in corrispondenza del primo GP senza Valentino in pista. Una concomitanza curiosa, che il romagnolo, oggi, valuta come un segno. “Non dico che vorrei prendere il suo posto, ma almeno essere l’italiano di riferimento. Sarebbe certamente un grande risultato per me“, ha ammesso alzando e non poco l’asticella.
E a proposito del nove volte iridato, Enea ha rivelato di essere andato vicino all’ingresso nell’Academy nel 2014, ma di aver poi preferito andare avanti per la propria strada. “Non sentivo il bisogno di essere lì. Ero già nel motomondiale, in più mi trovavo bene con Gresini e amavo allenarmi da solo. A posteriori, credo di aver preso la decisione giusta“, ha confessato.
Non aver ceduto alle lusinghe del Dottore, ha reso più complicato il suo percorso. Una realtà che il #23 non ha timore di rendere pubblica. “La VR46 è una potenza e crescere da solo, senza poter contare sull’aiuto di nessuno, ha reso tutto più duro. Ad ogni modo se ce l’ho fatta è merito mio e di chi ha creduto in me“, ha rilanciato convinto.
La partenza full gas di quest’anno ha consentito al campione 2020 di Moto2 di essere valutato dai colleghi, Quartararo in primis, come un potenziale rivale per la coppa più prestigiosa.
“Penso che sia possibile, ma ugualmente complesso perché il livello è elevato, tra finire primo o quinto in una gara c’è solo uno schiocco di dita. Sarà importante essere costante, non commettere errori come la caduta di Portimao ed entrare sempre in zona punti“, ha riflettuto quasi dettandosi i compiti da svolgere.
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