In casa Ferrari arriva una notizia positiva in un periodo difficile e che riguarda Carlos Sainz. Scopriamo di che cosa si tratta.
Una Ferrari in testa alla classifica del mondiale non ce la saremmo aspettata dopo cinque appuntamenti, considerando, in particolar modo, quello che è stato il passato più recente. Questo è l’aspetto più positivo che arriva dalla prima fetta di stagione, con Charles Leclerc che comanda tra i piloti con 104 punti, a +19 su Max Verstappen.
I due ritiri di Carlos Sainz, causati da errori e sfortuna e non da problemi tecnici come nel caso delle due Red Bull, hanno permesso al team di Milton Keynes di raggiungere il Cavallino tra i costruttori, visto che i top team sono separati da appena 6 lunghezze, 157 a 151 in favore della Scuderia modenese.
Dietro di loro, c’è il vuoto, con la Mercedes terza a 95. La Ferrari, dopo un brillante primo tris di gare con i domini di Leclerc in Bahrain ed in Australia, ha ora ben poco da sorridere, considerando che la Red Bull è diventata la macchina da battere dopo gli sviluppi introdotti in quel di Imola.
Al Cavallino serve reagire, e bisognerà farlo sin da Barcellona con un pacchetto di aggiornamenti che non può tardare ad essere introdotto. La RB18 era partita male rispetto alle premesse dei test, dai quali era uscita come grande favorita. Tuttavia, quanto sta avvenendo ricorda lontanamente il 2017, quando al posto del team di Milton Keynes c’erano proprio gli uomini di Toto Wolff.
La Rossa, all’epoca con Sebastian Vettel nel ruolo di sfidante di Lewis Hamilton risultò la miglior monoposto di inizio stagione, ma a suon di corposi sviluppi, la situazione si ribaltò velocemente. Come ben sappiamo, il britannico mise poi le mani sul mondiale, che per il team di Maranello rimase un vero e proprio miracolo. Il 2022 può e deve essere l’anno buono, a patto che le novità tecniche decidano di funzionare, in netta controtendenza con il passato più recente.
Nel corso del Gran Premio d’Australia, Carlos Sainz e la sua Ferrari erano finiti fuori pista al secondo giro, mentre tentavavano di superare la Haas di Kevin Magnussen. Lo spagnolo si era dovuto ritirare prematuramente, commettendo un grave errore ed entrando in una spirale negativa ancora non del tutto lasciata da parte.
Oltre al danno, anche la beffa. Nel finire fuori dalla carreggiata, la power unit del figlio del due volte campione del mondo rally aveva riportato qualche piccolo danno, cosa che aveva spinto i tecnici a montare subito il secondo motore per le tappe di Imola e Miami, non proprio un’ottima notizia considerando che i propulsori a disposizione sono soltanto tre per tutto l’arco del campionato.
Nell’ultimo appuntamento, tutti i motorizzati Ferrari, ovvero le due Haas, le due Alfa Romeo Racing ed anche Charles Leclerc, sono passati alla seconda power unit, nella consapevolezza che anche Honda, Mercedes e Renault abbiano messo in conto l’utilizzo di un quarto motore, con annessa penalità in griglia, verso fine stagione.
Tuttavia, secondo quanto riporta l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport“, sembrerebbe che la prima unità propulsiva di Sainz, quella vittima dell’incidente in Australia, sarebbe priva delle crepe di cui si era parlato inizialmente, e, dunque, riutilizzabile durante la stagione in caso di necessità.
Si tratta di una buona notizia in un periodo non troppo semplice per la Scuderia modenese, che ora dovrà pensare agli aggiornamenti tecnici nella speranza che portino dei risultati. Barcellona è una pista favorevole, almeno sulla carta, a questa monoposto, che dovrà rispondere presente agli attacchi della Red Bull. Nel GP di Spagna, Max Verstappen ed il team di Milton Keynes hanno una ghiotta occasione per passare in testa alle due classifiche mondiali, cosa assolutamente da evitare anche per questioni psicologiche.
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