All’improvviso senza una moto per il 2023, Mir e Rins non hanno per nulla digerito la decisione della Suzuki di abbandonare la serie.
All’inizio era partita come un’indiscrezione, poi è diventata realtà. Come abbiamo visto fare di frequente ai costruttori asiatici, la Suzuki non si è posta alcun problema a salutare la compagnia quasi senza preavviso. Ma ovviamente, chi si è trovato senza posto di lavoro non l’ha presa bene. Chiedere ai due portacolori del team, convinti fino a quel momento di poter stare tranquilli per il 2023.
E pensare che proprio qualche giorno prima del comunicato ufficiale, Carmelo Ezpeleta, gran patron della Dorna, aveva biasimato il comportamento della Casa di Hamamatsu, definendo poco rispettosa la scelta di lasciare così, dall’oggi al domani, la massima categoria del motomondiale. Ma come fece un paio di anni fa Honda in F1, anche in questo caso i nipponici, hanno fatto orecchie da mercante.
I piloti Suzuki scioccati dall’addio
Chi invece ha sentito bene sono coloro che la moto la guidano. Alex Rins, ad esempio, non si è vergognato di confessare di aver versato qualche lacrima. “Quando dopo i test di Jerez Shinichi Sahara e Livio Suppo mi hanno chiamato in ufficio per darmi la notizia mi sono messo a piangere“, ha affermato a La Gazzetta dello Sport. “Ho dato tutto per questa squadra dal 2017 per essere vincenti. E’ stato un grande shock. Non è una situazione facile. Alla fine, io posso trovare qualcosa, ma penso ai meccanici e tecnici. Mi spiace molto. Stiamo lottando per entrambi i titoli, per cui è difficile da capire”.
A colpire lo spagnolo è anche il silenzio dei vertici del marchio, che non avrebbero comunicato nulla ai diretti interessati. Ora la speranza è che si liberi qualche sella. “Non voglio augurare brutte cose ai miei colleghi, ma prendere il posto di qualcuno di loro è il solo modo per restare“, ha proseguito il 26enne che ha ammesso di non avere ancora niente tra le mani.
Altrettanto sorpreso Joan Mir ci è rimasto di sasso, lui che tra l’altro era in fase avanzata delle trattative per il rinnovo. “Non sospettavamo nulla, stavamo negoziando il nuovo contratto“, ha confidato. “Quando l’ho saputo ho pensato subito allo staff. Ora la motivazione è diversa. Se prima era di fare buoni risultati, adesso è di finire nel miglior modo possibile per la scuderia. Sarebbe facile lasciarsi andare, ma abbiamo tanto da dimostrare, singolarmente e come gruppo“, ha concluso incerto sulle ragioni che possono aver spinto il colosso giapponese ad una presa di posizione tanto drastica.