In una lunga intervista, Sainz ha parlato di alcune problematiche che stanno emergendo con queste nuove monoposto. E che vanno risolte alla svelta.
Il Gran Premio di Spagna deve per forza fare bene a Carlos Sainz Jr. Il pilota della Ferrari spera in casa di ottenere finalmente quello squillo che cerca da inizio stagione, quello che gli permetta finalmente di lasciarsi alle spalle una prima parte di 2022 complicata, fatta di poche soddisfazioni e di tanti problemi. Intanto arriva al GP davanti ai suoi tifosi con un contratto fino al 2024 con la Rossa, e questo è un buon punto di partenza.
Inoltre Sainz sa che a Barcellona la cabala può essere dalla sua parte: infatti nelle sette gare disputate su questo tracciato, è sempre riuscito ad entrare in zona punti. E con la Ferrari spera di continuare questa striscia positiva e magari fare qualcosa di più che un piazzamento.
Quasi tutte le scuderie a Barcellona porteranno novità sulle proprie monoposto e la Ferrari non è da meno. In particolare ci sarà un nuovo fondo che, a detta dei tecnici di Maranello, dovrebbe servire anche a ridurre considerevolmente l’effetto porpoising che queste vetture che sfruttano l’effetto suolo hanno.
E proprio di questo ha parlato Sainz recentemente ad Autosport. Perché risolvere questo problema non è solo una questione di massimizzare le prestazioni delle monoposto ma anche preservare la salute dei piloti: “Penso che sarà una grande sfida. Penso che già i cordoli di Miami fossero aggressivi su queste vetture. Ci sono stati alcuni dossi a Imola che sono stati piuttosto duri per la carrozzeria. Dobbiamo pensare a quanto debba pagare un pilota per la sua schiena e la sua salute con questo tipo di filosofia di auto. Penso che dobbiamo aprire un dibattito“.
E ha aggiunto: “Penso che i regolamenti siano ottimi. Stanno facendo esattamente quello di cui abbiamo bisogno per correre. Ma abbiamo davvero bisogno di correre con collo e schiena rigida, come dobbiamo correre ultimamente, anche con queste nuove macchine? Forse per la F1 e per tutti è meglio ripensare a quanto il pilota debba effettivamente pagare nella sua carriera in termini di salute“.
Sainz che tra l’altro ha già avuto problemi al collo per l’incidente di Miami. E l’effetto porpoising alla lunga rischia di aggravare la situazione: “Ho fatto i miei soliti controlli sulla schiena, sulla tensione del collo e vedo che quest’anno sono più stretto ovunque. Non ho bisogno del consiglio di un esperto per sapere che fare 10 anni così sarà dura e si dovrà lavorare molto in mobilità e flessibilità. Avrò bisogno di investire in salute, salute generale del corpo”.
Lo spagnolo della Ferrari ha poi ammesso che è anche molto difficile affrontare seriamente questo discorso con gli altri piloti: “Probabilmente è una domanda di cui non ci piace parlare molto perché non ci piace sembrare, diciamo, deboli. Sono forte, sono molto in forma, mi considero uno dei piloti più in forma. Ma è più a lungo termine e per il bene di tutti noi che forse dovremmo parlarne e vedere quali opzioni abbiamo”. E Sainz prova a prevedere il futuro: “Si arriverà a un punto in cui se decideremo di andare in determinate direzioni, la FIA avrà bisogno di essere coinvolta di sicuro”.
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