F1, perché le macchine di quest’anno “ballano”? Svelato il motivo

La F1 ha puntato su una rivoluzione regolamentare totale in questo 2022. Ecco quali sono le motivazioni del porpoising sul dritto.

Il mondiale di F1 ci sta regalando una splendida stagione in questo 2022. La battaglia tra Red Bull e Ferrari entusiasma tutti, con il team di Milton Keynes e Max Verstappen che sono saliti per la prima volta in testa al campionato dopo due mesi di dominio per la Ferrari e Charles Leclerc.

F1 (LaPresse)
F1 (LaPresse)

La più grande rivoluzione regolamentare della storia della F1 si è compiuta. I team hanno realizzato delle monoposto totalmente nuove, che rappresenteranno un netto taglio con il passato più recente. Le auto che hanno calcato i tracciati nel 2021 hanno lasciato spazio al ritorno dell’effetto suolo, con una serie di difficoltà che le squadre hanno dovuto affrontare.

Le modifiche sono state pensate principalmente per due motivi: in base al budget cap, fissato 145 milioni di dollari, si punta ad una netta riduzione dei costi, con la speranza iniziale di ridurre i distacchi che si sono creati tra le squadre nel corso dell’era ibrida. La superiorità che Red Bull e Mercedes avevano sulla concorrenza negli ultimi due anni è stata imbarazzante, con la terza forza che spesso e volentieri si ritrovava doppiata.

L’altro obiettivo che il Circus si era prefissato è quello di facilitare i sorpassi, che a causa delle grandi turbolenze che generavano le monoposto più recenti erano diventati molto difficili. Senza DRS, sarebbe stato praticamente impossibile cercare di effettuare degli attacchi, tranne su piste quali Baku ed Arabia Saudita che si sposano molto con delle grandi scie.

Tuttavia, alcuni obiettivi non sono di certo stati raggiunti. Tra i top ed il resto del gruppo continua a permanere un gap enorme, anche se al posto della Mercedes c’è ora la Ferrari a combattere per il titolo. Quanto ai sorpassi, le differenze sono davvero poche. Come visto ad Imola, senza DRS è impossibile pensare di attaccare colui che precede, almeno che non vi sia un delta di performance di almeno un secondo al giro, ma a volte anche di più.

F1, ecco i motivi del porpoising

Tra le cose che hanno messo in grande difficoltà la maggior parte delle vetture c’è il porpoising, un termine che in F1 non veniva utilizzato dal 1982, anno in cui le auto ad effetto suolo vennero accantonate per motivi di sicurezza. Le “minigonne” avevano portato i piloti ad affrontare delle velocità in curva troppo elevate per gli standard di sicurezza dell’epoca, con Gilles Villeneuve che trovò la morte nel GP del Belgio.

Il porpoising è una sorta di stallo aerodinamico, causato dalla crescita costante del carico aerodinamico sull’alettone anteriore. Quando il mainplane si avvicina all’asfalto l’effetto suolo aumenta la sua efficacia, con l’aria che si incanala in modo molto rapido. Tra la superficie superiore e quella inferiore c’è grande differenza di pressione, che causa una perdita di carico aerodinamico piuttosto repentino. Tutto ciò spiega il motivo per cui la monoposto saltella in rettilineo, creando grandi preoccupazione tra tecnici e piloti.

Le F1 che ne hanno sofferto maggiormente sono la Ferrari e la Mercedes, anche se il Cavallino è riuscito a gestirlo senza perdere troppa performance. La freccia d’argento, sino all’appuntamento di Miami, pativa il porpoising persino nelle curve veloci, andando a perdere molto rispetto alle rivali.

Il nuovo pacchetto di aggiornamenti sembra averci messo una pezza, ma la Rossa e la Red Bull sono comunque davanti. Soffrire di un porpoising esagerato costringe i meccanici ad aumentare l’altezza da terra, perdendo sia in carico aerodinamico che in efficienza. Dopo sei gare, questa problematica pare essere stata risolta da quasi tutti i team, dopo ben tre mesi dal debutto delle monoposto nei test invernali.

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